C'è tempo fino al 31 dicembre 2015 per finire di spendere le risorse del piano di sviluppo rurale 2007-2013. A otto anni ormai dall'approvazione di quel programma, rimangono ancora 1,6 miliardi di euro da poter spendere. Inutilizzati per una serie di ragioni, complici anche le lungaggini burocratiche nel nostro Paese.

Così il ritardo nell'approvazione dei Psr 2014-2020 diventa utili per porre maggiormente l'attenzione sull'attuazione degli ultimi interventi precedentemente approvati dalla vecchia programmazione. Nel primo trimestre 2015 le regioni hanno speso poco meno di 60 milioni di euro, con buone azioni da parte di Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna, che hanno speso rispettivamente 9,6, 7,5 e 7,2 milioni di euro.

Per molte regioni lo spettro del disimpegno automatico, ovvero il ritorno dei fondi inutilizzati alle casse comunitarie, potrebbe divenire realtà a fine anno. La peggiore performance si registra in Campania, dove non sono stati ancora spesi 243 milioni di euro, seguita dalla Sicilia con 230 milioni di euro, e dalla Puglia, dove i finanziamenti ancora inutilizzati corrispondono a circa 178 milioni di euro. Male anche Basilicata in Sardegna.

Si vede molto bene il contrasto fra Nord e Sud. Le Province autonome di Trento e Bolzano e le Regioni Friuli, Liguria e Valle d'Aosta sono le più virtuose. Unica eccezione il Molise, autore di ottime performance nella capacità di spesa.