La decisione, comunicata dal sottosegretario all'Economia Pier Paolo Baretta, è stata accolta con soddisfazione dai rappresentanti del mondo agricolo.
"Gli agricoltori non sono nelle condizioni di poter pagare un’ulteriore imposta - ha commentato il presidente della Cia Dino Scanavino - Con soddisfazione prendo atto che i ministeri preposti si stanno adoperando rispondendo alle legittime sollecitazioni della nostra Confederazione e di quelle di numerosi parlamentari".
“L'eventuale proroga - ha concluso Scanavino - non rappresenta la soluzione al problema ma è comunque un intervento che apre ad ulteriori possibilità di trovare una misura alternativa o correttiva all'Imu agricola".
Roberto Moncalvo, presidente della Coldiretti, ha sottolineato “l’importanza di confermare la fondamentale scelta di differenziare l’imposta a favore dei coltivatori diretti e degli imprenditori agricoltori professionali”.
Un danno ulteriormente aggravato dalla vicinanza della scadenza fissata (il 16 dicembre), nonostante l’apposito decreto ministeriale non fosse ancora stato emanato.
Agrinsieme, coordinamento di Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative agroalimentari, ha ricordato che lo “Statuto del contribuente” sancisce il divieto di prevedere adempimenti a carico dei contribuenti prima di 60 giorni dalla entrata in vigore di provvedimenti di attuazione di nuove leggi.
Anche il mondo politico si era schierato contro la decisione del Governo, con oltre cento deputati del Pd che hanno firmato la lettera al presidente del Consiglio Matteo Renzi ed al ministro dell’Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan con la richiesta di emanare un provvedimento urgente per rinviare la rata dell’Imu agricola prevista per 2014.
"La quasi totalità dei comuni appenninici che hanno il capoluogo nel fondo valle e le poche aziende agricole residue sui versanti in quota perderanno l'esenzione - aveva commentato Rabboni - Si tratta di un provvedimento iniquo e sbagliato che cancella l'oggettiva condizione di ‘territorio svantaggiato’, universalmente riconosciuta alle realtà montane, ed aggrava ulteriormente la situazione di difficoltà di un intero comparto produttivo essenziale per il mantenimento dell'assetto idrogeologico del territorio”.
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Fonte: Agronotizie