A dirlo è Agrinsieme, che contesta vigorosamente la decisione del governo di aggravare gli agricoltori con un aumento di imposta.
“Se fosse confermato con la pubblicazione del provvedimento in Gazzetta Ufficiale - stigmatizza il Coordinamento di Cia, Confagricoltura ed Alleanza delle Cooperative agroalimentari - si tratterebbe di un atto di inaudita gravità da parte del governo e dei ministri competenti, dell’Economia e delle Finanze, dell’Interno e delle Politiche agricole, in violazione dei più elementari diritti ai più elementari diritti riconosciuti ad ogni contribuente dal nostro ordinamento, di certezza del tributo, sostenibilità dell’imposta, temporalità del pagamento dei tributi”.
Agrinsieme osserva che gran parte della maggiore imposta Imu di 350 milioni ricadrebbe sugli agricoltori, con importi in molti casi, di alcune migliaia di euro, che entro due settimane dovrebbero calcolare l’imposta e versarla; oltre tutto in una condizione di forte criticità per il settore ed in particolare per coloro che sono stati colpiti da avversità atmosferiche e rischiano, in una condizione di estremo disagio, di dover corrispondere l’Imu anche su terreni agricoli colpiti da calamità naturali.
Agrinsieme aveva chiesto al ministero dell’Economia e delle Finanze il necessario rinvio, ricordando quanto sancito nello “Statuto del contribuente” che vieta di prevedere adempimenti a carico dei contribuenti prima di 60 giorni dalla entrata in vigore di provvedimenti di attuazione di nuove leggi.
Le sollecitazioni di Agrinsieme sono state ignorate dall’Amministrazione dello Stato, così come le numerose interpellanze parlamentari che hanno certificato una situazione irragionevole, La stessa Associazione nazionale dei Comuni Italiani ha criticato questa situazione “surreale” che si è venuta a creare, affermando che è del tutto inverosimile che il gettito possa essere versato con la necessaria completezza alla scadenza del saldo Imu del prossimo 16 dicembre. Gli oltre 4 mila Comuni coinvolti, in cui risiedono 28 milioni di abitanti, si ritroveranno così con un ulteriore taglio di risorse (per 700 enti maggiore del 5% del totale delle entrate), non coperto da un corrispondente maggior gettito Imu.
Al ministro dell’Economia e delle Finanze Agrinsieme torna a chiedere con forza di sospendere immediatamente la pubblicazione del decreto in modo da valutare con equilibrio i parametri assunti per determinate le nuove fasce di esenzione ed i termini di pagamento dell’Imu che comunque dovranno essere necessariamente prorogati al 2015. E interroga: "Che Stato è quello che non tutela i suoi cittadini, quello che non offre neanche certezze sul dovere impositivo?"
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Fonte: Confagricoltura