La spesa alimentare degli italiani è passata nel 2013 da 468 a 461 euro, con una diminuzione significativa di quella per la carne (-3,2%) e la messa in atto di strategie di contenimento degli acquisti. Nel 2013 continua ad aumentare sia la quota di famiglie che ha ridotto la qualità o la quantità dei generi alimentari (dal 62,3% del 2012 al 65%), sia quella di famiglie che si rivolge all'hard discount (dal 12,3% al 14,4%).

Copagri, situazione preoccupante
"È preoccupante il significativo aumento dei nuclei famigliari che rinunciano alla qualità ed alla quantità, passando dal 62,3% del 2012 al 65% del 2013, il 77% nel Mezzogiorno, dove nel 2012 la quota era pari al 73%. Fa il paio con questo trend il costante aumento di coloro che si rivolgono ai discount alimentari: in due anni la crescita è stata di quattro punti, dal 10,5% al 14,4%, il 16 al Mezzogiorno dove nel 2011 la percentuale era del 13% - fa notare Copagri -. A perdere sono la Gdo e i tradizionali negozi di generi alimentari. La riduzione del potere d'acquisto delle famiglie, per quanto lieve, ma che segue contrazioni importanti maturate negli anni della crisi, è senza dubbio alla base di questo negativo quadro". 

Coldiretti, cibi scaduti per 8 italiani su 10
La spesa degli italiani diminuisce anche perché più di otto italiani su dieci (81 per cento) non buttano il cibo scaduto con una percentuale che è aumentata del 18 per cento dall’inizio del 2014. E’ quanto afferma la Coldiretti sulla base del rapporto 2014 di Waste watcher knowledge for Expo nel sottolineare che la situazione dei consumi si è aggravata nel 2014 dopo che l’Istat ha evidenziato che nel 2013 il 65 per cento delle famiglie ha ridotto la qualità o la quantità del cibo acquistato.
Nel 201, secondo Coldiretti, si è toccato il fondo con le famiglie che hanno detto addio alla pasta (-5 per cento) all’extravergine (-4 per cento), al pesce (-7 per cento) alla verdura fresca (-4 per cento) nei primi due mesi rispetto allo stesso periodo del  2013.