A dirlo è l'ultimo rapporto "Prospettive alimentari", pubblicato oggi dalla Fao.
La forte crescita della produzione cerealicola del 2013 è ricollegabile al miglioramento dei raccolti negli Stati Uniti e ad un raccolto record di grano nei paesi della Comunità degli Stati indipendenti (Csi). Nel 2013 è invece prevista una crescita modesta della produzione mondiale di riso.
Stock di cereali
Il rapporto prevede che gli stock cerealicoli mondiali, alla chiusura della stagione 2014, aumenteranno del 13 per cento, stabilendosi a 564 milioni di tonnellate, con un aumento del 30% delle riserve dei soli cereali secondari, principalmente negli Stati Uniti. Le scorte di grano e riso sono previste aumentare del 7 per cento e del 3 per cento rispettivamente.
L'aumento delle riserve mondiali di cereali si tradurrà in un rapporto utilizzo-riserve mondiali di circa il 23 per cento, molto al di sopra del 18,4 per cento, minimo storico raggiunto nel 2007/08.
Nel 2013, la fattura globale delle importazioni è prevista in calo del 3 per cento, raggiungendo i 1150 miliardi di dollari, con costo delle importazioni di cereali, zucchero, oli vegetali e bevande tropicali in calo mentre i prezzi delle importazioni di latticini, carne e pesce resteranno invariati.
Prezzi alimentari in leggero rialzo
L'indice dei prezzi alimentari della Fao ha registrato un leggero rialzo in ottobre, raggiungendo una media di 205,8 punti, 2,7 punti (o 1,3 per cento) in piú rispetto a settembre 2013 ma 11 punti (5,3 per cento) in meno rispetto a ottobre 2012. Il leggero aumento è dovuto principalmente all'aumento dei prezzi dello zucchero e a quelli, ma in misura minore, degli altri gruppi di prodotti monitorati.
L'Indice, che misura le fluttuazioni mensili dei prezzi internazionali di cinque grandi categorie di prodotti alimentari (73 quotazioni) ha subito alcuni cambiamenti nel modo in cui viene calcolato, ma il nuovo approccio non ha apportato cambiamenti significativi nella serie. Il nuovo Indice rivisto risale ora fino al 1961. I cambiamenti sono indicati in una sezione dedicata del rapporto.
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Fonte: Fao