Come prevenire e gestire la minaccia rappresentata dalle specie invasive? A questa domanda risponde l'atto legislativo proposto ieri, 10 settembre, dalla Commissione europea. Attualmente in Europa si contano oltre 12.000 specie estranee agli habitat locali. Circa il 15% di queste è invasivo e in rapida crescita. La proposta intende rispondere ai problemi provocati dal punto di vista:

• economico: ogni anno in Europa le specie esotiche invasive causano danni per almeno 12 miliardi di euro, sotto forma di pericoli per la salute pubblica (per esempio il calabrone gigante asiatico e la zanzara tigre, i cui effetti possono essere letali), danni alle infrastrutture (per esempio la Fallopia Japonica che deteriora gli edifici) e perdite di raccolti agricoli (per esempio la nutria che distrugge i seminativi);
• ecologico: le specie esotiche invasive possono danneggiare gravemente gli ecosistemi e causare l'estinzione di specie necessarie a mantenere l'equilibrio del nostro ambiente naturale. A titolo di esempio, il ciliegio americano è molto nocivo per gli ecosistemi forestali e gli scoiattoli grigi stanno soppiantando quelli rossi. Dopo la perdita degli habitat, le specie esotiche invasive costituiscono la seconda causa di perdita della biodiversità nel mondo;
• strategico: molti Stati membri devono già impegnare ingenti risorse per affrontare questo problema ma i loro sforzi sono vani se circoscritti al solo livello nazionale. Per esempio, la campagna di eradicazione del panace gigante in Belgio sarà vanificata se la specie si reimpianta in provenienza dalla Francia.

Janez Potocnik, commissario per l’Ambiente, ha dichiarato: "La lotta alle specie esotiche invasive è l'esempio classico di un settore in cui l'Europa dà il meglio collaborando. Mi sta a cuore collaborare con gli Stati membri e il Parlamento europeo per incrementare i nostri sforzi ed affrontare su scala europea questo grave problema".
La proposta verte su un elenco di specie esotiche invasive di rilevanza unionale che sarà compilato con gli Stati membri avvalendosi di valutazioni del rischio e di prove scientifiche. Le specie selezionate saranno bandite dall'Ue, il che significa che non sarà ammesso importarle, acquistarle, usarle, rilasciarle o venderle. Si adotteranno misure speciali per accompagnare i commercianti, gli allevatori o i proprietari di animali durante il periodo di transizione.

La proposta si articola lungo tre direttrici di intervento:
•prevenzione: gli Stati membri organizzeranno controlli per prevenire l'introduzione deliberata delle specie interessate. Tuttavia molte specie entrano nell'Ue in modo accidentale, come contaminanti nelle merci o rinchiuse nei container. Gli Stati membri dovranno agire per individuare tali vettori e adottare correttivi.
• preallarme e risposta rapida: quando gli Stati membri individuano una specie di rilevanza unionale che sta iniziando ad insediarsi, adottano immediatamente i provvedimenti necessari alla sua eradicazione.
• gestione delle specie esotiche invasive insediate: se alcune specie di rilevanza unionale sono già ampiamente diffuse, gli Stati membri dovranno avvalersi di misure intese a minimizzare i danni da queste causati.
La proposta invita a compiere un passo verso un approccio armonizzato e maggiormente preventivo, in grado di aumentare l'efficienza e, a lungo andare, diminuire i costi dei danni nonché quelli degli interventi.

Prossime tappe
La proposta di regolamento sarà ora esaminata dal Consiglio e dal Parlamento. Gli Stati membri saranno pienamente coinvolti nella compilazione dell'elenco e possono proporre specie da iscrivervi. Il regime sarà abbinato a un meccanismo informativo di supporto: la rete europea per le informazioni sulle specie esotiche.

Contesto
Si ritiene che il fenomeno dell'invasione di specie esotiche in Europa aumenterà ulteriormente, visto l'incremento del volume e della portata degli scambi commerciali e turistici, che comporteranno un maggior numero di specie trasportate a livello planetario.

Il regolamento sulla prevenzione e la gestione delle specie esotiche invasive trae origine dalla tabella di marcia verso un'Europa efficiente nell'impiego delle risorse e dalla strategia dell'Ue sulla biodiversità fino al 2020.

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