"I costi di produzione continuano a erodere i margini di redditività delle imprese agricole, che già lottano con prezzi sui campi sempre meno remunerativi". Il grido dall'allarme viene dalla Cia - Confederazione italiana agricoltori davanti all'analisi dell'Istat relativa ai prezzi dei prodotti agricoli nel secondo trimestre del 2012.
Secondo l'Istituto di statistica, da aprile a giugno l'indice dei prezzi dei prodotti acquistati dagli agricoltori è aumentato dell'1,1% rispetto al trimestre precedente e del 2,9% rispetto allo stesso periodo del 2011.

In particolare, a giugno l'indice ha registrato, rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, un aumento del 2,5%, in rallentamento rispetto alle variazioni registrate ad aprile e maggio (rispettivamente +2,8% e +3,3%).
Tra i prodotti acquistati, i prezzi dei beni e servizi intermedi sono aumentati dell'1,5% rispetto al trimestre precedente e del 3,3% sullo stesso periodo del 2011; quelli dei beni di investimento hanno segnato un incremento congiunturale dello 0,2% e uno tendenziale del 2,3%.
Nel secondo trimestre del 2012, l'indice dei prezzi dei prodotti venduti dagli agricoltori è invece diminuito dell'1,1% sul trimestre precedente, mentre è aumentato dello 0,5% rispetto allo stesso trimestre del 2011.
La dinamica tendenziale degli indici mensili dei prezzi dei prodotti venduti dagli agricoltori ha mostrato, a giugno, una netta accelerazione, con un aumento del 2,9% che segue le diminuzioni fatte registrare ad aprile (-2,0%) e maggio (-1,5%).
Rispetto al secondo trimestre del 2011, fra i prodotti venduti dagli agricoltori, i prezzi dei prodotti vegetali hanno registrato una diminuzione del 2,9% e quelli degli animali e dei prodotti da animali un aumento del 5,6%.


 

Copagri: "Tendenza penalizzante per gli agricoltori"

Per quanto riguarda i costi sostenuti dagli agricoltori la Copagri mette in luce gli aumenti, nel secondo trimestre del 2012 su base annua, del 10,6% per energia e lubrificanti, dell'8,8% per concimi e fertilizzanti e del 6,7% per sementi. Per energia, concimi e sementi gli aumenti sono significativi anche a giugno, ancora su base tendenziale: rispettivamente +9,2%, +8,2% e +6,6%.
In riferimento ai prezzi dei prodotti venduti dagli agricoltori, invece, la Copagri evidenzia che i prodotti vegetali diminuiscono del 2,9% rispetto ad un anno fa, "percentuale che poteva essere ben peggiore se non ci fosse il dato positivo del solo vino (+20,6%) a risollevare le sorti".
Particolarmente colpiti, invece, i cereali con un -15%. Nello stesso raffronto i prodotti animali aumentano invece del 5,6%.
"In definitiva - conclude la Copagri - qualche eccezione nei prezzi non può certo colmare le contrazioni accumulate ormai da anni ed il saldo negativo nel rapporto con i costi, che anzi si consolida con ovvie conseguenze sui redditi degli agricoltori".


 

Cia e Confeuro: "Servono precise strategie"

"Il vero problema - osserva la Cia - è che gli incrementi di spesa per i fattori produttivi non sono mai compensati da altrettanti aumenti dei listini all'origine, anzi".
E non si tratta di un problema di oggi: citando un'analisi di Ismea, la Cia riporta che nel giro di un decennio la remunerazione della fase agricola si è ridotta di quasi 6 euro ogni 100 spesi dal consumatore. "Questi problemi atavici - fa notare l'organizzazione agricola - uniti alla 'zavorra' dei costi produttivi, mettono in crisi le imprese agricole, che fanno fatica ad andare avanti".
La Cia invoca dunque precise strategie per far fronte alla criticità data dal costante allargamento della forbice dei prezzi: "La politica non può più ignorare l'agricoltura, ma deve mettere in campo misure ad hoc per la sua crescita".
"L'unica soluzione per uscire dalla crisi - rincara Rocco Tiso, presidente di Confeuro - è l'inizio di una stagione di riforme strutturali che affrontino con forza queste problematiche e ridiano valore e merito ad un settore fondamentale per il Paese".