Agricoltura unico settore in crescita: lo certifica l'Istat nella sua Stima preliminare del Pil nel quarto trimestre del 2011. Il valore aggiunto del comparto torna dunque a salire, a differenza di ciò che accade nell'industria (in calo) e nei servizi (stazionario).

"Ciò dimostra che il mondo agricolo, nonostante le tante difficoltà, è ancora dinamico e vitale" ha commentato il presidente della Cia - Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi. Allo stesso tempo, l'incremento (che non è stato quantificato dall'Istat) "non deve trarre in inganno".

Resta infatti critica la situazione delle imprese agricole, strette tra costi produttivi e burocratici da una parte e i prezzi praticati sui campi, nuovamente in calo dopo un momento di ripresa, dall'altra. E le conseguenze sono disastrose: negli ultimi dieci anni più di 500 mila imprese agricole, in particolare quelle che operavano in zone di montagne e svantaggiate, hanno chiuso i battenti. Solo nel 2011 più di 25 mila sono andate fuori mercato. "Il rischio è che, se non si adottano precisi provvedimenti, nei prossimi tre-quattro anni, altre 250 mila aziende rischiano di cessare l'attività" ha detto Politi.

 

Inizia male il 2012

Il leggero aumento del 2011 rischia però di essere vanificato dalle perdite subite dal settore agricolo in questa apertura di 2012: il crollo dei prezzi pagati agli agricoltori, lo sciopero dei tir, il caro-gasolio e l'ondata di maltempo hanno tagliato le gambe alle aziende agricole. Senza contare la spada di Damocle dell'Imu sui fabbricati rurali.

E a proposito dell'Imu, Confagricoltura denuncia come il settore viva una situazione paradossale: "Da una parte si mettono in atto politiche per aumentare la dimensione media aziendale (8,5 ettari in Italia, contro i 55 della Francia), dall'altra si punisce chi lo fa con 1,5 miliardi di euro di prelievo fiscale in più". "Quest'anno, in poche settimane - avverte Confagricoltura - si è bruciata ricchezza, si è frenata la competitività, si sono persi mercati e occasioni di rilancio. Il conto per l'agricoltura è pesantissimo".

 

L'analisi Coldiretti

Secondo Coldiretti, il valore aggiunto dell'agricoltura nel 2011 ha raggiunto un valore superiore ai 28 miliardi di euro grazie agli aumenti tendenziali fatti registrare nel primo, secondo e quarto trimestre dell'anno.

Sulla base di una analisi condotta sui dati Ismea a gennaio 2012 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno si è verificata una flessione complessiva dei prezzi agricoli del 3%, con un ribasso del 9% per le coltivazioni e un aumento del 4% delle produzioni da allevamento. Nell'intero comparto, gli ortaggi con il calo del 25% sono quelli che hanno fatto segnare la peggiore performance, ma una flessione del 19% si registra per l'olio di oliva, del 12% per i cereali e dell'8% per la frutta. Un crollo record del 25% nei prezzi pagati agli imprenditori agricoli a gennaio 2012 è stato fatto registrare per gli ortaggi. A rendere più pesante il crollo dei prezzi alla produzione dell'inizio dell'anno sono stati - continua la Coldiretti - i gravi danni subito dal settore agricolo a seguito dell'ondata di maltempo che ha procurato perdite stimate in mezzo miliardo per l'intera filiera.

 

La Cia: 'Serve un nuovo progetto di politica agraria nazionale'

"Sollecitiamo misure in grado di dare concreti sostegni agli imprenditori che vedono ridurre redditi e competitività - ha concluso Politi -. Occorre soprattutto un rinnovato progetto di politica agraria nazionale, indispensabile per affrontare le sfide poste dall'ormai prossima riforma della Pac".

Tra le nuove politiche per valorizzare e sviluppare l'attività imprenditoriale agricola, Politi ha indicato come indispensabili la revisione dell'Imu in agricoltura e l'alleggerimento dei costi. "Riproponiamo al governo - ha concluso il presidente della Cia - le nostre priorità: una rinnovata politica agraria, la Conferenza nazionale sull'agricoltura, la programmazione degli interventi e una concertazione alla quale restituire spessore e legittimità".