I prezzi della frutta e verdura triplicano (+200 per cento) dal campo alla tavola anche per effetto delle infiltrazioni della malavita nelle attività di autotrasporto. Il volume d'affari delle agromafie, ovvero delle attività della criminalità organizzata nel solo settore agroalimentare, ammonta oggi – sottolinea la Coldiretti - a 12,5 miliardi di euro (il 5,6 per cento dell'intero business criminale). 

In Italia oltre l'86 per cento dei trasporti commerciali avviene su gomma e la logistica incide per quasi un terzo sui costi di frutta e verdura: i fenomeni criminali nel sistema di distribuzione e trasporto, gonfiato e alterato, finiscono dunque per creare vere e proprie "strozzature di filiera" che - avverte la Coldiretti - colpiscono sia imprese agricole sia consumatori.

L'effetto è un crollo dei prezzi pagati agli imprenditori agricoli, che in molti casi non arrivano a coprire i costi di produzione, e un ricarico anomalo dei prezzi al consumo che raggiungono livelli tali da determinare una contenimento degli acquisti in un Paese come l'Italia che ha la leadership europea in quantità e qualità nell'offerta di ortofrutta.

"Le agromafie – spiega la Coldiretti - investono i loro ricchi proventi in larga parte in attività agricole, nel settore della trasformazione alimentare, commerciale e nella grande distribuzione con il reinvestimento dei proventi illeciti che ha come corollario il condizionamento della libera iniziativa economica e la concorrenza sleale". Inoltre, le associazioni criminali, attraverso queste pratiche estorsive, finiscono per determinare l'aumento dei prezzi dei beni al consumo.

"E' a rischio – conclude la Coldiretti - anche la qualità e sicurezza alimentare dei prodotti, con la vendita di alimentari “spacciati” come Made in Italy ma ottenuti in realtà con materie prime importate, speso di bassa qualità".