Coldiretti: 'Bisogna mettere in sicurezza il paese'

"Nelle campagne colpite dal maltempo si contano danni per milioni di euro dovuti all'allagamento dei terreni coltivati a verdure e ortaggi o appena seminati, ma anche a frane e smottamenti, che hanno interessato le strade rurali e nelle zone di collina anche vigneti e frutteti"

Lo sottolinea la Coldiretti rendendo noti i risultati di un monitoraggio effettuato in seguito all'ondata di maltempo che ha colpito il Paese.

"E' necessario intervenire per invertire una tendenza che mette a rischio la sicurezza idrogeologica di tutto il paese, come dimostrano i fatti recenti. Se si continua a 'consumare' campagna - conclude l'associazione agricola - sostituendola con zone cementificate e, contestualmente non si creano le condizioni perché l'acqua possa defluire, il risultato non può che essere l'aumento dei rischi per frane ed alluvioni".

Serve una politica seria per salvaguardare il territorio

"Due comuni su tre sono a rischio idrogeologico. Frane, alluvioni, smottamenti sono un pericolo incombente, soprattutto nelle aree marginali di collina e di montagna. In poco di meno di 10 anni l'agricoltura ha perso una superficie di terra coltivabile di oltre 19 mila kmq, pari a tutto il Veneto. Dal 1950 ad oggi si sono spesi più di 200 miliardi di euro per riparare i danni causati da calamità naturali". 

Lo ricorda la Cia, Confederazione italiana agricoltori che è fortemente preoccupata per le ultime vicende legate al maltempo. 

"Occorre una politica seria con la quale puntare a una vera salvaguardia del territorio con risorse adeguate. Una politica che garantisca il presidio da parte dell'agricoltore, la cui attività - conclude la Cia - è fondamentale, in particolare nelle zone marginali. Il problema della tutela del territorio è di grande priorità".

Per il settore primario 25mln di danni

Confagricoltura sottolinea che, attraverso le sue sedi regionali, è in prima linea nelle operazioni di soccorso in Liguria e in Piemonte, regioni gravemente colpite dalle alluvioni. "I danni al settore primario - stima la confederazione - ammontano a 25 milioni di euro. Orti con coltivazioni in pieno campo allagati e seminativi a rischio in Piemonte, aziende zootecniche isolate in provincia di Genova, oliveti distrutti e vigneti gravemente danneggiati in provincia di La Spezia dove, in alcune aree, come la Val di Vara, il tessuto agricolo è stato completamente spazzato via".

"Tutto ciò - sottolinea Confagricoltura - ha una sola origine: l'abbandono del territorio. Occorre - conclude la confederazione - riconoscere in maniera ferma e decisa il ruolo di 'custodi del territorio' agli agricoltori, favorendone il ritorno alla terra".