Contro la fame, combattere speculazioni e sviluppare l'agricoltura
"Più regole sui mercati internazionali e sviluppo agricolo nei paesi poveri: questa è la doppia strada da seguire per riequilibrare i prezzi del cibo e garantire la sicurezza alimentare, in un mondo che conta ancora quasi un miliardo di persone colpite da malnutrizione, di cui 195 milioni sono bambini". A sostenerlo è la Cia, Confederazione italiana agricoltori, in occasione della Giornata mondiale dell'Alimentazione.
"L'instabilità dei mercati e le speculazioni finanziarie, che hanno trasformato il cibo in un 'capitale' come tutti gli altri - afferma la Cia - hanno spinto alla povertà assoluta 44 milioni di persone in meno di un anno". Ad avviso della confederazione, è ora di tradurre in fatti concreti le istanze volute dalle organizzazioni agricole riunite nel G120, poi approvate dal G20 di Parigi.
La Cia ribadisce la convinzione che la chiave dell'economia globale dei prossimi decenni dovrà essere lo sviluppo agricolo dei Paesi poveri. Per sconfiggere l'emergenza alimentare e combattere la povertà (su 1,4 milioni di persone che vivono nella povertà assoluta il 70% risiede in aree rurali), infatti, è necessario sviluppare l'agricoltura dei Paesi poveri, garantendo l'accesso delle comunità locali al mercato dei fattori, a partire dalla terra e dal credito.
L'agricoltura è la speranza per un mondo migliore
"L'agricoltura rappresenta le fondamenta su cui poggia ogni speranza di sfamare il mondo oggi e nel futuro. Non dimentichiamo che nel 2050 per soddisfare la richiesta di cibo sarà necessario il 70% di produzione agricola in più, ma l'attuale riforma della Politica agricola comune non ne tiene conto. Dobbiamo comprendere che produrre non è un tabù, come ci vuol far credere Bruxelles". Lo sottolinea il presidente di Confagricoltura Mario Guidi in occasione della Giornata mondiale dell'Alimentazione celebrata dalla Fao.
"Occorre costruire un quadro normativo favorevole alle imprese, affinché - spiega Guidi - ritorni l'entusiasmo per il lavoro in agricoltura. Gli agricoltori hanno bisogno di certezze e di stabilità per poter programmare le produzioni, investire e competere. Quindi servono scelte precise a livello comunitario, ma anche nazionale, per orientare di più i produttori al mercato, e per creare un argine alla volatilità dei prezzi mondiali".
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Fonte: AgricolturaOnWeb