Abitudini alimentari delle famiglie italiane e consumo di mele sono al centro dell'indagine di mercato eseguita dal CSO Centro Servizi Ortofrutticoli di Ferrara.

'Al momento l'indice di penetrazione - spiega Elisa Macchi del CSO - è mediamente di pochi punti percentuale al di sotto del 100% e, se analizziamo nel dettaglio questo valore, vediamo che nel 2000/2001 tale indice era del 99% e che nel 2008/2009 è sceso al 96%. Questo significa che gli italiani acquistano e consumano meno mele.'

 

Consumi e costi delle mele
Nel 2008/2009 il quantitativo di mele acquistato per famiglia è stato di 39 Kg: appena al di sotto di quella "barriera negativa" dei 40 Kg che non era mai stata superata da quanto si effettuano queste indagini statistiche. Nell'anno 2000/2001 il valore era di 50 Kg a famiglia. La spesa media annua nell'anno 2000/2001 era di 50,3 Euro e nel 2008/2009 è scesa a 54,9 Euro a famiglia. Questo significa che il prezzo medio delle mele ha subito un aumento considerevole, il quale, considerando l'andamento economico e la minore propensione delle famiglie alla spesa, ha portato ad un minore consumo di mele e di ortofrutta in generale. Considerando il periodo 2000/01-2008/09 il prezzo è passato da 1,02 Euro al Kg a 1,40 Euro al Kg, con un aumento netto del 38% del valore. Il prezzo varia a seconda della specie e dell'area geografica dove avviene la raccolta e la vendita delle mele.

 

Differenze tra le varie aree
Mediamente il 31% delle mele vendute viene consumato nel Sud e nelle isole (262.000 tonnellate), il 29% nel Nord-Ovest (245.000 tonnellate), il 20% nel Centro (170.000 tonnellate) e il restante 19% nel Nord Est (162.000 tonnellate). Se analizziamo il luogo di acquisto notiamo che non ci sono spostamenti di quote di mercato.

Per quanto riguarda i luoghi d'acquisto, i supermercati consolidano la loro posizione di leadership come canale preferenziale di acquisto con 299.000 tonnellate (36%). Seguono i mercati ambulanti/rionali con 192.000 tonnellate (23%), i dettaglianti specializzati con 139.000 tonnellate (17%), gli ipermercati con 97.000 tonnellate (12%) ed i discount con 54.000 tonnellate (6%).

 

Le quantità prodotte
I quantitativi acquistati nel 2008/2009, stimati in circa 840.000 tonnellate, sono quindi i più bassi registrati dal 2000/2001, anno in cui i consumi superavano il milione di tonnellate (circa 1.000.010 tonnellate): la perdita è di 170.000 tonnellate, pari al 17% del volume.