Vespa velutina e Vespa orientalis sono state avvistate per la prima volta insieme nello stesso apiario.

 

A darne notizia è il sito StopVelutina gestito dal Crea, che ha raccolto e confermato la segnalazione di Daniele Panconi.

 

Panconi a fine agosto aveva notato e catturato un calabrone diverso da Vespa velutina, in attività di caccia davanti ai sui alveari a Corsanico, nel comune di Massarosa, in provincia di Lucca.

 

In questo apiario Vespa velutina era stata avvistata per la prima volta ad inizio agosto, poi, alcuni giorni fa la cattura di un esemplare di Vespa orientalis in caccia.

 

Come ha osservato l'apicoltore, Vespa orientalis si comportava in maniera differente dal calabrone asiatico, sembrando molto meno abile nel cacciare le api bottinatrici in volo.

 

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L'esemplare di Vespa orientalis ucciso a Massarosa in Lucchesia

(Fonte: Daniele Panconi)

 

A distanza di pochi giorni Panconi ha catturato e ucciso un secondo esemplare di Vespa orientalis, cosa che fa pensare alla presenza di un nido nelle vicinanze.

 

Come ricordano i ricercatori di StopVelutina, le 2 specie erano già state segnalate in provincia di Genova e in quella di La Spezia, in Liguria, e in quelle di Firenze e di Livorno, in Toscana, ma sempre in località diverse.

 

Qui siamo difronte al primo caso registrato in Italia dei 2 calabroni, non solo nelle stessa zona, ma anche in caccia davanti agli stessi alveari.

 

Si è così completato il contatto tra le 2 specie, che era già stato previsto e temuto da qualche anno, quando Vespa velutina aveva iniziato ad espandersi velocemente verso Sud lungo il litorale toscano e Vespa orientalis stava risalendo la penisola verso Nord sempre lungo la costa tirrenica.

 

Per quanto Vespa orientalis non sia un insetto alieno come Vespa velutina - e da sempre presente nel Mediterraneo meridionale - la sua espansione verso Nord, favorita dal riscaldamento climatico, fa preoccupare il mondo apistico.

 

Anche Vespa orientalis è infatti un attivo e temibile predatore delle api da miele, come sanno bene gli apicoltori del Sud Italia.

 

Non ci sono invece particolari pericoli per le persone, almeno non di più rispetto ai comuni calabroni (Vespa crabro) o ad altri tipi di vespe.

 

L'appello come sempre è quello di intensificare l'attenzione sulla diffusione di questi calabroni, aumentando il più possibile le attività di monitoraggio.

 

Intanto si attende l'avvio del progetto di contrasto ai calabroni annunciato dalla Regione Toscana per il quale sono stati già stanziati 100mila euro.