Tempo pazzo, l'agricoltura trema
I brevi ritorni di freddo primaverili, anche se intensi, in genere non creano alcun danno agli alveari. Abbassamenti di temperatura sotto lo zero per una nottata o due sono tranquillamente gestibili da parte delle api, purché le colonie siano sane e abbiano adeguate scorte di miele e di polline.
I problemi invece ci possono essere per l'apicoltura a causa di danni alle piante fiorite o in germogliamento che non daranno nettare e quindi ridurranno, o azzereranno, le prossime produzioni apistiche.
Ed è quello che sta avvenendo con i danni da freddo che hanno colpito piante coltivate ma anche selvatiche. In Sardegna le gelate hanno danneggiato l'asfodelo, una delle principali fioriture primaverili di interesse apistico dell'isola, da cui si ricava il miele di asfodelo, uno dei mieli tipici sardi.
Sulla penisola invece la maggiore preoccupazione è per la robinia, su cui viene prodotto il miele di acacia e che in questi giorni, anzi in queste notti, ha subìto gravi danni in diverse parti di Italia.
Le piante, in pieno germogliamento, sono andate incontro a temperature che in certe zone hanno sfiorato i -7°C e hanno comportato la perdita delle gemme a foglia e delle gemme a fiore.
In questi casi le piante non muoiono, ma la fioritura è di fatto persa. Alcune piante potranno produrre alcune gemme fiorali nuove, che fioriranno in pieno giugno, ma si tratta di fiori sporadici, completamente irrilevanti per qualsiasi produzione apistica.
I danni maggiori si sono avuti in pianura e in montagna, mentre in generale lungo le coste e in zone di collina ben esposte a Sud o riparate, le piante si sono salvate o hanno subìto danni lievi.
Ma nelle zone più colpite si prevede praticamente l'azzeramento della produzione del miele di acacia.
Un danno notevole dal momento che, soprattutto nel Centro Nord e in buona parte dell'Appennino, il miele di acacia rappresenta una delle produzioni più importanti dell'anno sia per quantità che per valore di mercato.
Un miele che negli ultimi anni ha sempre avuto problematiche di produzione a causa degli andamenti stagionali, sia per eccessive precipitazioni, che per temporali o brinate. E anche quest'anno, purtroppo, rischia di non fare eccezione.