La crisi del settore zootecnico da latte originata dalle mancate vendite dovute all'epidemia di coronavirus ha colpito in pieno il terzo formaggio Dop d'Italia, la Mozzarella di bufala campana. E al momento non vi sono rimedi all'orizzonte da parte del Governo: perché il latte di bufala non è una derrata alimentare assimilabile al latte vaccino, e quindi non può considerarsi una soluzione per la filiera bufalina il ritiro di latte per farne Uht da destinare ad aste per gli indigenti, come previsto dal provvedimento varato ieri dalla ministra Teresa Bellanova poco dopo l'approvazione in Consiglio dei ministri del decreto legge Cura Italia da 25 miliardi di euro.

Secondo quanto trapela informalmente dal Consorzio di tutela della Mozzarella di bufala campana Dop, gli oltre cento caseifici concessionari del marchio comunitario nella seconda settimana di marzo 2020 hanno trasformato il 65% di latte in meno rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Secondo un comunicato stampa di Assolatte, la possibile causa di tanto è la chiusura dei ristoranti e il rallentamento dell'export.

Mentre si fanno sempre più diffusi i timori di un possibile blocco alle importazioni del prodotto da parte di Francia e Germania. Anche se, proprio ieri, la Commissione Ue da Bruxelles ha lanciato la raccomandazione agli Stati membri di non rallentare i movimenti di merci dell'agroalimentare alle frontiere, neanche per i pur necessari controlli al transito delle persone.

Ad AgroNotizie risulta che molte aziende casearie in Campania stanno chiedendo agli allevatori bufalini di Campania, basso Lazio, basso Molise e alta Puglia di ridurre sensibilmente la produzione di latte, coerentemente con l'indicazione pervenuta proprio da Assolatte, in modo da consegnare una sola mungitura al giorno. Così da ridurre i costi operativi in allevamento, unitamente all'ovvia diminuzione degli incassi, rispetto ai quantitativi di latte che normalmente vengono pattuiti su base annua.
 

Confagricoltura Campania chiede un incontro urgente

Il presidente di Confagricoltura Campania, Fabrizio Marzano, con una missiva indirizzata al consigliere delegato per l'Agricoltura della Regione Campania Nicola Caputo, ha chiesto un incontro urgente.
Marzano nella missiva inviata a Caputo rileva anche come le difficoltà dei trasformatori siano tali da averli indotti a comunicare "di non poter ritirare anche oltre il 25% del prodotto".

"Al fine di evitare contenziosi tra gli operatori, in merito al rispetto dei contratti, e richieste di applicazione della normativa di contrasto alle pratiche sleali, - ha aggiunto Marzano - Confagricoltura Campania chiede che vengano messe in campo tutte le possibili contromisure utili a fronteggiare il tracollo di un settore che rappresenta una delle principali eccellenze produttive del nostro territorio".
 

Le proposte di Agrocepi

"Esprimiamo grande preoccupazione - dichiarano unitamente il presidente nazionale Agrocepi, Corrado Martinangelo, insieme al coordinatore per Agrocepi Campania, Alfonso Ciervo e al dirigente Agrocepi Francesco Cicalese - per una filiera che sta rischiando il collasso; i caseifici, infatti, a causa della contrazione del mercato non ritirano più il latte e gli allevatori hanno già latte in esubero, oltre al fatto che sarebbe complicato fermare le produzioni".

Tre al momento le proposte di Agrocepi: un ristoro agli allevatori per il mancato ritiro del latte, ma anche soluzioni inerenti lo stoccaggio del latte che non verrà ritirato in questi prossimi mesi e con tecniche appropriate. E misure straordinarie per i caseifici per sostenerli a seguito della mancata vendita del prodotto trasformato ed un successivo piano straordinario di rilancio del comparto.
 

Coldiretti denuncia speculazioni sul latte

"E nonostante l'emergenza coronavirus c'è chi approfitta della situazione per speculare sul cibo, in particolare sul latte, in un momento di grave difficoltà". È la denuncia di Coldiretti Campania che segnala richieste di insostenibili riduzioni del prezzo pagato agli allevatori proprio mentre nelle stalle si continua a mungere per garantire le produzioni e i rifornimenti.

"Il nostro ufficio legale – annuncia Salvatore Loffreda, direttore di Coldiretti Campania – ha già predisposto le diffide verso le aziende di trasformazione e distribuzione che, violando i contratti in essere sul prezzo del latte, lasciano il prodotto a terra senza ritirarlo, salvo poi provare a speculare proponendo prezzi dimezzati".