Oggi insieme al fratello Aldo è al timone di una delle più grandi stalle italiane, conosciuta nel mondo della Frisona per la sua genetica, ma apprezzata anche dal consumatore per i suoi formaggi e per il latte che ogni giorno viene distribuito in Lucania e Puglia. Sono più di quaranta anni che Marcello si occupa della Masseria Posticchia Sabelli, con la stessa grinta di sempre. E ancora oggi è possibile vedere Marcello, sigaro (spento) in bocca, nel ring delle principali manifestazioni del circuito bianconero, mentre conduce una delle sue campionesse, sguardo concentrato e occhi al giudice.
Il regno dei Di Ciommo è a Lavello, in contrada Posticchia Sabelli, in una piana che ha sempre rappresentato un punto nodale nell'economia locale visto che un tempo d'inverno qui si fermavano i pastori durante la transumanza, sostando nelle cosiddette "poste". E quella in cui ci troviamo era la "Posta dei Sabelli", famiglia di armentari abruzzesi originaria di Agnone, da cui il nome della tenuta. Ma a fine '800 a Lavello c'era anche un'apprezzata stazione di posta, gestita dal bisnonno, che offriva ristoro ai carrettieri che quotidianamente trasportavano merci dal mare verso l'interno e viceversa. Poi il motore a scoppio ha soppiantato i cavalli e le scuderie sono diventate stazioni di servizio, contribuendo a fare dei Di Ciommo una famiglia benestante, legata al proprio territorio.
Una storia che inizia settanta anni fa
Nel 1948 il padre di Marcello e Aldo acquista i terreni su cui oggi sorge l'azienda agricola, iniziando di fatto la storia zootecnica della famiglia lucana, che in settanta anni li ha portati a mungere quasi 800 vacche con una produzione media giornaliera di 250 quintali di latte."La nostra è una lunga storia, - spiega Marcello Di Ciommo - scritta con la passione di chi crede nel valore delle tradizioni, ma sempre interpretate in chiave moderna. Le sfide ci piacciono e, da quando la stalla esiste, non ci siamo mai fermati un attimo. Nell'azienda agricola acquistata da mio padre c'erano anche le vacche, ma essenzialmente si producevano cereali. La prima mandria? Era composta da una trentina di vacche Brune, a cui venne affiancato dopo poco un nucleo di una decina di Holstein di origine statunitense. Una classica stalla con gli animali legati. Poi, visto il favorevole andamento del mercato del latte decidemmo di indirizzare l'azienda verso l'allevamento, abbandonando la cerealicoltura, settore storico del Mezzogiorno, ma già entrato in una crisi destinata ad aggravarsi ulteriormente".
La stalla costruita negli anni '70 dai Di Ciommo, ancora oggi moderna e funzionale
Era il 1970. Per essere competitivi e dare all'allevamento tradizionale una nuova impostazione, si studia quello che si stava iniziando a fare negli altri paesi e viene costruita una stalla a stabulazione libera per 150 animali, con sala mungitura e ogni comfort disponile in quegli anni. I fratelli Di Ciommo intanto sono a Bologna a studiare all'Università, Marcello iscritto a medicina, Aldo a veterinaria.
Una delle ultime stalle costruite alla Posticchia Sabelli, spaziosa, alta e ventilata
A caccia di idee imprenditoriali a bordo di una 126
Il morbo della Frisona aveva però già contagiato irrimediabilmente Marcello che inizia a visitare le stalle più importanti situate attorno al capoluogo emiliano, quelle dei Campeggi, dei Montanari, dei Piaggio, che erano proprietari della Gaiana, storica azienda del bolognese. Il giovane Di Ciommo entra nel giro degli importatori e quando dall'America arrivava una nuova partita di animali per il mercato italiano, Marcello andava a scegliersi qualche soggetto interessante per la stalla di famiglia. A bordo della sua 126 decappottabile Di Ciommo batte il Parmense, il Piacentino, la Bassa lodigiana e capisce che la medicina non sarà il suo futuro, ma fedele agli impegni presi con il padre si laurea, prima di tornare a Lavello e decidere di fermarsi in azienda, forte di un bagaglio di informazioni davvero notevole.Per Marcello Di Ciommo la Frisona resta sempre un affascinante mondo da esplorare, anche dopo più di quaranta anni di pratica quotidiana
Ben presto c'è l'occasione di acquistare parte della mandria di Domenico Campeggi e a Lavello arrivano così animali di alta genealogia, che consentono alla mandria di fare un ulteriore passo avanti sotto il profilo della genetica. Marcello inizia anche a lavorare sulla qualità casearia del latte prodotto in stalla introducendo un gruppo di una ventina di Jersey appena arrivate dalla Danimarca.
Le Jersey oggi rappresentano il 15% della mandria
L'esperimento piace anche ai caseifici della zona, spingendo i Di Ciommo a continuare su questa strada (oggi le Jersey sono il 15% della mandria totale), e a prendere in considerazione l'idea di trasformare direttamente il prodotto in azienda. Era il 1990. Dopo un anno di messa a punto apre il punto vendita e inizia il nuovo corso della Posticchia Sabelli, che oggi si è fatta un nome grazie alle paste filate. Il loro cavallo di battaglia? Mozzarelle, scamorze, caciocavalli, burratine e stracciate.
Nodini? Un concentrato di sapore e freschezza
Una rete di prodotti e servizi
Oggi l'azienda dispone di una rete di dodici furgoni refrigerati che ogni giorno si muovono in un raggio di 150 chilometri, coprendo Basilicata e Puglia e proponendo una gamma di una ventina di prodotti diversi, che comprende anche latte alta qualità, imbottigliato con il marchio Masseria Posticchia Sabelli in un vicino stabilimento Parmalat.
Ogni caciocavallo viene prodotto a mano, seguendo la tradizionale lavorazione artigianale
I formaggi piacciono e, parallelamente ai concorsi zootecnici, i Di Ciommo iniziano a partecipare alle principali mostre casearie, ottenendo sempre piazzamenti di prestigio e riuscendo anche a vincere alcuni esclusivi concorsi internazionali.
Il logo del World Cheese Awards, vero e proprio campionato mondiale del formaggio
Burratina, superstar in Gran Bretagna
L'ultimo successo è di una "burratina" che ha conquistato la Michelstown Cup, una vera e propria Champions League britannica del formaggio. Per la prima volta nella sua storia, la grande coppa che viene consegnata al vincitore e che dovrà essere rimessa in gara ogni anno è uscita dal Regno Unito è oggi è in bella vista nella sala riunioni dei Di Ciommo a Lavello, in mezzo ad una infinità di coccarde e gagliardetti vinti dalle bovine della Posticchia Sabelli."Non siamo fatti per restare chiusi in azienda - conclude Marcello Di Ciommo - e ci piace andare in giro per il mondo a trovare ispirazione, confrontarci con il mercato e per tornare a casa con nuove idee da realizzare. Ogni anno insieme a mio figlio Raffaele andiamo negli Stati Uniti e in Canada per visitare stalle e vedere con i nostri occhi lo sviluppo della Frisona. Allo stesso modo non ho perso la voglia di entrare nel ring con i nostri animali, anche se molti colleghi hanno smesso di farlo. È impegnativo, anche sul piano fisico, ma ti tiene sempre carico e non riesco a farne a meno, nonostante siano più di quaranta anni che partecipiamo alle mostre".
Il ring, un richiamo irresistibile per i Di Ciommo, come testimoniano coccarde e gagliardetti
Un impegno che si vede anche in stalla, apprezzato dagli allevatori che si affidano alla selezione firmata "Posal" per elevare il livello genetico della propria mandria, attingendo a linee di sangue che hanno contribuito al successo della Frisona in Italia. Il futuro? Crescere ancora, stringendo sempre più il rapporto con il consumatore, senza alcuna deroga alla qualità dei formaggi che escono dal caseificio della Masseria Posticchia Sabelli. E magari togliendosi qualche soddisfazione alla prossima Mostra nazionale di Cremona…
L'impianto per la produzione del biogas lavora solo con deiezioni animali, una scelta imprenditoriale ed etica
In stalla con...
Masseria Posticchia Sabelli di Marcello e Aldo Di CiommoLavello (Pz)
Vacche in mungitura: 800 (di cui 120 Jersey)
In stalla: 1.100 vacche adulte di razza Frisona
Produzioni medie: 100 quintali
Caseina: 2,8%
Destinazione del latte: trasformazione aziendale, principalmente paste filateSuperficie aziendale: 250 ettari, prevalentemente irrigui
Da sinistra, Raffaele,Marcello e Aldo Di Ciommo con la Michelstown Cup
di Giovanni De Luca