Si è tenuta lo scorso lunedì presso l'assessorato all'Agricoltura a Firenze, la riunione tavolo di filiera del latte ovino, una riunione fortemente voluta dai rappresentanti del mondo della pastorizia che sta affrontando una crisi, dagli aspetti poco chiari, dovuta da una parte dagli attacchi dei selvatici e dall'altra dalla disdetta dei contratti di ritiro di latte di grosse aziende di trasformazione.

La riunione, a cui  ha partecipato l'assessore regionale all'Agricoltura Marco Remaschi, si è concentrata proprio sul punto del ritiro dei contratti, a partire da gennaio 2019, di Alival e Granarolo, due tra le maggiori aziende che acquistano il latte ovino toscano.

Ed è emersa la forte preoccupazione per le iniziative intraprese dalle imprese Alival e Granarolo e per i possibili risvolti negativi sul settore del latte ovino. E' stato sottolineato, in particolare, che eventuali ripercussioni sul prezzo del latte ovino, che comportassero un ulteriore calo rispetto a quanto concordato nel 2018, comporterebbero l'uscita dal mercato di una parte consistente di allevamenti toscani.

Da parte sua Remaschi ha confermato l'impegno della regione per la filiera del latte ovino, settore che, come ha ricordato l'assessore oltre a rappresentare una realtà economica importante per l'agricoltura toscana svolge un ruolo fondamentale di presidio del territorio, in quanto attività che si attua prevalentemente in aree marginali.

La regione si impegnerà ad incontrare le imprese che stanno avviando le iniziative di disdetta di alcuni contratti di fornitura del latte, per avere un quadro esatto della situazione ed avviare poi un confronto con tutti gli operatori della filiera.

L'obiettivo è quello di individuare le migliori soluzioni per affrontare le criticità contingenti e, più in generale, per rilanciare l'intera filiera del latte ovicaprino toscano, in modo da garantire agli allevatori sia il ritiro del latte sia una remunerazione che consenta il mantenimento dell'attività.

La valorizzazione del latte ovino regionale passa soprattutto attraverso le due Dop toscane, il Pecorino delle balze volterrane e il Pecorino toscano. Questo ultimo, in particolare, registra dal 2015 una notevole crescita e raccoglie circa un terzo del latte prodotto in regione con un margine di sviluppo ancora molto ampio.