L'assemblea straordinaria, che si è tenuta nei giorni scorsi a Verona, ha infatti votato le modifiche all'articolo 39 dello statuto. Un'approvazione a larghissima maggioranza (oltre l'85% degli aventi diritto si è espressa favorevolmente) ha infatti decretato l'ineleggibilità e la decadenza dei consiglieri del consorzio stesso colpevoli di produrre o commercializzare formaggi similari - che di fatto rappresentano una concorrenza sleale - oltre soglie predefinite.
È tollerata la commercializzazione di similare entro il 20% del fatturato dell'azienda produttrice (calcolato nell'anno solare) ed entro il 5% nel caso di similare ottenuto con latte 100% italiano. È vietato ai consiglieri far fare formaggi similari, vendendo a caseifici terzi il latte.
Sono sette gli articoli a corollario dello statuto, entrati automaticamente in vigore. Li riassumiamo di seguito.
- Per lenta maturazione si intendono quattro mesi di stagionatura;
- il formaggio nato per diventare Grana Padano e Parmigiano Reggiano, ma che non ha meritato il marchio fuoco, non sarà da considerarsi come formaggio similare ai fini dell'articolo 39 dello statuto;
- per produzione indiretta sono da intendersi le azioni di vendita latte ad un caseificio e l'acquisto, sia direttamente che indirettamente, di similare prodotto lo stesso caseificio;
- per similare italiano si intende quello prodotto in Italia con latte italiano. Le verifiche sul rispetto delle percentuali avverranno sulle fatture di acquisto dei formaggi;
- i consorziati che producono similare dovranno farlo in ambienti distinti e fisicamente separati, creando ambienti diversi con attrezzature, dalla raccolta del latte in poi, esclusivamente dedicata similare. Tale disposizione entrerà in vigore entro un anno;
- per ottenere contributi consortili per l'export tutte le aziende richiedenti dovranno rispettare le regole previste per i consiglieri;
- non saranno erogati contributi ad aziende consorziate che li propongono, se verso gli stessi gruppi della distribuzione ristorazione in cui vengono ipotizzati progetti finanziati dal consorzio, i consorziati proponenti promuoveranno formaggio similare, così com'è identificato nello specifico paragrafo (è escluso quindi il retinato).
Un milione-un milione e mezzo di similari?
Quella del Consorzio è una prima mossa (che qualche socio avrebbe voluto più drastica, ma i vincoli normativi non lo permettevano) per arginare un fenomeno che nel giro di alcuni anni è diventato fuori controllo. Non ci sono numeri ufficiali, ovviamente, ma c'è chi ritiene che la produzione di formaggi "bianchi" sia compresa fra un milione e un milione e mezzo di forme. Troppo, anche perché il fattore prezzo in tempi di crisi e di calo dei consumi dei formaggi (-0,7% il decremento annuo previsto da Nomisma fra il 2017 e il 2022, ma che nel 2017 ha visto il Grana Padano in controtendenza, con indicatori positivi, ndr), può invogliare l'acquisto di prodotti simil-grana.Il futuro sarà sempre di più l'export. È la strada privilegiata per il Consorzio di tutela del Grana Padano, che ha registrato nel 2017, secondo quanto detto in assemblea dal presidente Nicola Cesare Baldrighi, "un nuovo record produttivo di 4.942.054 forme, vale a dire il 2,4% in più rispetto all'anno precedente. Risultati che ci gratificano, confermando Grana Padano il prodotto Dop più consumato al mondo. E se ci lasciamo alle spalle un ottimo 2017, ancora più lusinghieri sono i dati del primo trimestre 2018, che è andato ben oltre le aspettative con un incremento nei consumi retail nazionali ed esteri di circa 180mila forme, il 16% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Un successo, questo, che ha agito da stimolo sulle quotazioni all'ingrosso favorendone la ripresa".
Per l'export, in particolare, solo nella Gdo estera il Consorzio prevede di investire 600mila euro nel 2018, con campagne mirate e innovative. Il trend è in crescita: +2,1% rispetto al 2016, pari a 1.799.227 forme vendute in ogni parte del mondo. Il mercato più importante, in termini di consumi, si conferma la Germania con 455.878 forme esportate, seguito dalla Francia (207.276 forme) e, oltre oceano, dal Nord America con 194.333 tra Stati Uniti (145.177) e Canada.
Entro l'autunno il Consorzio di tutela del Grana Padano proporrà un nuovo piano produttivo per il triennio 2019-2021, in fase di elaborazione. Il filo conduttore dovrebbe però essere quello che ha caratterizzato tutti i piani dal 2006 a oggi, legati a una crescita controllata, accompagnata da adeguate politiche di promozione e di garanzia.
Altro tema cardine dell'assemblea è legato all'innovazione. "L'innovazione è un altro dei punti essenziali su cui stiamo investendo risorse ed energie per offrire un prodotto sempre migliore e per differenziarci rispetto ai similari partendo dalla qualità" ha detto Baldrighi. "Grazie alla ricerca continua stiamo arrivando alla possibilità di usare il caglio vegetale, di abbandonare il lisozima, di identificare il Grana Padano come un prodotto Dop sempre più sostenibile sia dal punto di vista ambientale sia per il benessere animale".
Sulla sostenibilità, ha proseguito il presidente Baldrighi, "serve un cambio di mentalità che potrebbe rivelarsi un discrimine tra chi, adeguandosi, potrà continuare a produrre latte per Grana Padano e chi, invece, dovrà uscire dalla filiera".
Consumi formaggi in aumento (non in Italia)
In base ai dati esposti da Stefano Baldi, project manager Nomisma agroalimentare le previsioni per il periodo 2017-2022 vedono un incremento dei consumi di prodotti lattiero caseari in tutti i principali paesi di esportazione. Bene l'Asia, con Cina e Giappone che segnano, rispettivamente, un aumento dell'11,3% e del 2,8%. Scenario positivo anche per Messico (+4,4%), Stati Uniti (+2,1%) e Russia (+1,4%).Marcia più rallentata nella Vecchia Europa, anche se comunque su binari in crescita. Per la Francia si prevede una crescita dello 0,5%, per il Regno Unito dello 0,4% e per la Germania dell'1,3%.
Si presumono invece in contrazione i consumi in Italia. Come detto, dello 0,7%.
La platea dell'assemblea del Consorzio tutela del Grana Padano
(Fonte foto: Consorzio Grana Padano)