Cresce il prezzo del Pecorino romano che ha raggiunto i 7,80 euro a chilogrammo, secondo il Clal, anche se nella realtà lo si sta vendendo a più di 8 euro. Un aumento di oltre il 90% sui valori dello scorso anno, molto di più rispetto ad un incremento del prezzo del latte ovino sardo del 41,7%, passato dai 60 centesimi di euro al litro della passata campagna lattiero-casearia agli 85 centesimi al litro di quella ormai iniziata.
E la Coldiretti Sardegna chiede agli assessori all'Agricoltura Pier Luigi Caria ed alla Programmazione Raffaele Paci, di convocare un tavolo per programmare la filiera lattiero-casearia ovina dell'isola.

"Come sempre il prezzo del latte segue quello del pecorino in discesa ma non quando risale - evidenzia il presidente della Coldiretti Sardegna Battista Cualbu - da tempo chiediamo che ci sia un allineamento dei prezzi perché non è concepibile che il pastore sia chiamato solo a pagare la crisi e mai a beneficiare degli utili. Equilibrio che necessità di una organizzazione della filiera che veda coinvolti tutti gli anelli e che porti ad un programmazione condivisa".

Organizzazione e programmazione che la Coldiretti Sardegna chiede da anni per evitare le cicliche crisi dovute nella maggior parte dei casi alla disorganizzazione del settore della trasformazione, come è stato più volte ampiamente dimostrato.

In un momento di crescita del prezzo e delle vendite del Pecorino romano, formaggio dal quale si fa dipendere la remunerazione del latte ai pastori: necessario che gli assessorati regionali alla Programmazione e all'Agricoltura - è la richiesta della Coldiretti Sardegna - convochino tutti gli attori della filiera del settore lattiero caseario per fare il punto sullo stato attuale del comparto e cominciare a programmare. Non si può non parlare, insieme, del pegno rotativo, strumento che ha dato dei buoni risultati la scorsa annata e che potrebbe essere riproposto anche in questa. Non possiamo nuovamente aspettare che si inciampi nello stesso errore della mancata programmazione e che si riversino nei pastori le colpe altrui sulle sovrapproduzioni".