I margini della suinicoltura italiana sono in sensibile calo. Lo confermano le analisi del Crefis, il centro di ricerche economiche dell'Università Cattolica di Piacenza diretto da Gabriele Canali.

In gennaio, infatti, si è registrata una flessione del 4,9% della redditività rispetto al mese precedente.
Resta positivo il confronto con il gennaio del 2017 (+4,5%), ma oggi l'attenzione è tutta per questo trend negativo, con i prezzi dei suini da macello pesanti scesi del 5,5% a livello congiunturale (gennaio 2018 su dicembre 2017; mercato di Modena), raggiungendo i 1,576 euro/kg; il che si è tradotto in una variazione negativa, pur se lieve (-0,2%), anche a livello tendenziale (gennaio 2018 su gennaio 2017).

Sono invece risultate in deciso aumento le quotazioni dei suini da allevamento: +10,1% alla Cun, per un prezzo di 3,162 euro/kg.
 

Male anche i macelli

Un momento sfavorevole di mercato è anche la causa della contrazione di redditività registrata a gennaio dall'indice Crefis relativo alla macellazione dei suini.
Una contrazione peraltro ridotta a -0,3% rispetto al mese precedente, ma marcata, pari a -8%, nei confronti di gennaio 2017.

Come spesso accade, è soprattutto il ribasso del prezzo dei lombi freschi a gravare sulla remuneratività della macellazione. Il lombo taglio Modena è stato quotato 2,918 euro/kg (Piazza di Modena), ovvero il 15,3% in meno del dicembre scorso.

Mentre per quanto riguarda le cosce fresche pesanti per prosciutti Dop, a gennaio alla Cun il prezzo è sceso rispetto a dicembre a 5,190 euro/kg (-1,5%); la variazione tendenziale rimane però positiva (+1,3%).
Sempre alla Cun scendono a gennaio anche i prezzi delle cosce fresche per crudo generico: -1,2% su base congiunturale e -7,4% rispetto a inizio 2017.
 

Stagionatura in difficoltà

A gennaio scende anche la redditività della stagionatura. L'indice Crefis per il prosciutto di Parma Dop pesante calcola un calo congiunturale dell'1,9%, ma soprattutto segnala un -15% rispetto al gennaio dell'anno scorso.
Una performance economica negativa dovuta principalmente al costo elevato delle cosce fresche acquistate dodici mesi prima dagli stagionatori.
In leggero aumento a gennaio su dicembre (+0,1%) la redditività della stagionatura dei prosciutti pesanti generici; con il dato tendenziale che rimane però negativo (-5,8%).

Per effetto di questi andamenti, anche a gennaio – come ormai da molti mesi – il differenziale di redditività tra prosciutti Dop e prosciutti non tipici si è ulteriormente ridotto, pur rimanendo ancora ampiamente positivo (+10,4%).

Chiudendo con uno sguardo ai mercati dei prosciutti, il "Parma" ha visto scendere a gennaio le proprie quotazioni a 10,394 euro/kg, che significa -1% rispetto a dicembre ma +0,4% su base tendenziale.
Rimane stabile il prezzo del prosciutto di San Daniele che a gennaio quota 13,700 euro/kg; un prezzo che su base tendenziale vale +3,8%.