L'individuazione "improvvisa" di aree vulnerabili così vaste - scrive Confagricoltura Campania in una nota diffusa alla stampa venerdì scorso - "potrebbe determinare uno stato di profonda crisi dell'agricoltura e soprattutto della zootecnia. Perché gli allevatori, per rispettare detto limite, in mancanza di nuova terra dove spandere liquame o letame animale, dovrebbero dimezzare le mandrie, con grande danno proprio e per le importanti produzioni lattiero casearie dalla regione: Mozzarella di bufala Campana Dop e latte vaccino fresco alta qualità".
Nel tavolo convocato lo scorso 5 febbraio in assessorato regionale agricoltura "Era stato promesso alle organizzazioni agricole un atto di differimento dei termini di entrata in vigore del provvedimento, per dare tempo alle aziende agricole e zootecniche di adeguarvisi senza perdite e senza incorrere in pesanti sanzioni amministrative. Ma allo stato Confagricoltura Campania registra: Regione Campania non ha ancora preso una decisione definita sull'entità del rinvio".
Confagricoltura Campania inoltre aveva proposto lo scorso 1° febbraio 2018 all'assessorato all'Agricoltura della Regione Campania un piano di emergenza in 4 punti - che prevede:
- maggiori premialità sul Piano di sviluppo rurale 2014 - 2020 alle aziende allevatoriali con la dichiarazione di stato crisi;
- possibilità di finanziare impianti a biogas con la misura 4 del Psr;
- il varo di Centri territoriali di smistamento deiezioni animali;
- la valutazione tecnica di impianti avanzati di denitrificazione per il liquame animale.
"Dal 5 febbraio siamo ancora in attesa di conoscere una data certa alla quale la Giunta regionale voglia ancorare il differimento dei termini di entrata in vigore della delibera: in mancanza di questo riferimento temporale ci vediamo costretti oggi, ultimo giorno utile, a presentare ricorso al Tar - ha affermato venerdì scorso Rosario Rago, presidente di Confagricoltura Campania, che aggiunge - chiediamo la sospensiva del provvedimento, al fine di tutelare gli interessi legittimi dell'organizzazione e degli allevatori e coltivatori associati, che sono stati comunque palesemente violati per la mancata consultazione per tempo della controparte agricola, senza contare i numerosi errori di redazione della delibera che stanno affiorando dal lavoro dei nostri esperti e che verranno eccepiti nella discussione di merito".
La delibera di giunta regionale della Campania n.762 del 5 dicembre 2017, ha ridefinito le zone da proteggere da concimazioni azotate in eccesso, in ossequio alla Direttiva 91/676/Cee, finalizzata ad evitare la contaminazione delle acque dolci superficiali e sotterranee, in vista di un loro possibile consumo umano, secondo il principio di precauzione. I territori coinvolti riguardano tutte le cinque Province della Regione Campania per un totale di 311 comuni.