In Campania i medici veterinari specialisti ambulatoriali sono prossimi a proclamare lo stato di agitazione.

"Non si assicureranno i controlli ufficiali e le relative certificazioni sanitarie di allevamento ufficialmente indenne per brucellosi e tubercolosi a più di 100.000 capi bovini e bufalini" è scritto in una nota del Sivemp, il sindacato maggiormente rappresentativo a livello nazionale dei medici veterinari pubblici (confederato Fespa). Nel mirino del Sivemp ci sono le Asl campane di Caserta, Salerno e Benevento e l'assessorato alla Sanità della Regione Campania.

E nei giorni scorsi, per bocca del presidente Tommaso De Simone, Coldiretti Caserta aveva già espresso preoccupazione per l'approssimarsi dello sciopero, che potrebbe iniziare a far data dal primo luglio, quando a Caserta e a Salerno non saranno rinnovate le convenzioni per lo straordinario dei medici veterinari.

Le motivazioni dello stato di agitazione sono molte: “Il mancato rinnovo di una parte delle ore oggetto di convenzione dei professionisti in servizio a Caserta e Salerno, la mancata esecutività di una delibera che a Benevento avrebbe dovuto già da tempo mettere in servizio 20 professionisti per l'espletamento dei Piani di profilassi di stato obbligatorie ed in ultimo - non certo per importanza - la mancata apertura del tavolo regionale per l'accordo integrativo" elenca il coordinatore regionale e nazionale del Sivemp per la specialistica e la convenzionata, Marcello Di Franco, che in una nota sindacale motiva la decisione dei medici veterinari. 

Le questioni sollevate dai veterinari della Campania
“In primis il ripetersi della querelle che le Asl di Caserta e Salerno come di consuetudine pongono in essere allo scadere - ogni 6 mesi - di una parte delle ore oggetto di convenzione impedendo la continuità del servizio sanitario veterinario" è scritto nella nota.
Attualmente a Caserta ci sono 88 veterinari per la specialistica, che dal primo luglio lavoreranno solo per le 18 ore del contratto di lavoro, venendo meno la liquidità dello "plus orario"per pagare i necessari straordinari.
“Basti pensare che a Caserta, secondo la pianta organica della Regione Campania con 38 ore settimanali e gli 88 veterinari in forza alla Asl siamo considerati sotto organico" dice Di Franco.  Le cose non vanno bene neppure a Salerno, dove il venir meno dello straordinario porterà 25 professionisti a dodici ore settimanali e altri 19 a sei ore.

Inoltre ai veterinari, secondo il Contratto nazionale di lavoro, spetterebbero non più di quattro prestazioni l’ora, mentre il Piano regionale integrato dell’assessorato della Sanità della Regione Campania ne impone - e già da tempo - ben 12. Ed il piano è stato emanato per decreto senza neppure avviare la contrattazione decentrata.

“I veterinari  della Campania sono pronti a sopportare un carico di lavoro orario superiore a quello previsto dal Contratto nazionale - spiega Di Franco - ma vorrebbero almeno poterlo contrattare”.

Inoltre, “L'Asl di Benevento pubblica turni per 16 ore a tempo determinato, chiedendo ed ottenendo per iscritto la disponibilità di 20 professionisti che già da tempo avrebbero dovuto essere in servizio per poi congelare immediatamente il tutto e - inspiegabilmente - ripartire con la pubblicazione di un nuovi turni provvisori da assegnare per un solo mese" sottolinea Di Franco.

Ancora, la Regione Campania avrebbe dovuto entro il 17 giugno 2016 (entro e non oltre sei mesi dall'entrata in vigore del nuovo Accordo collettivo nazionale) aprire il tavolo di concertazione per l'Accordo integrativo. Un tavolo, questo, di fondamentale importanza per i medici veterinari in quanto avrebbe permesso loro di recuperare un "gap subìto" ascrivibile ad una vera e propria sperequazione venutasi a creare in Sisac durante l'approvazione dell'Accordo collettivo nazionale ultimo e che alcune Asl già starebbero attuando in contrasto con inderogabili principi costituzionali come quello dell'uguaglianza. 
“Per un cavillo formale, in questo momento non viene pagato il carburante ai veterinari che con le proprie automobili entrano negli allevamenti – spiega Di Franco – ed è necessario avviare una trattativa anche su questo fatto”.

“Il Sivemp
– spiega la nota - ha sempre, nelle sedi di confronto sindacale e pubblicamente, dichiarato la assoluta non condivisione di tali scelte aziendali ritenendole una violazione dei contenuti dell’accordo collettivo nazionale vigente, nonché una grave incapacità delle aziende nella programmazione di quelle che sono attività ordinarie e, di conseguenza, nella gestione della spesa".

"Basti pensare
- dice Marcello Di Franco - che il ricorso reiterato al cosiddetto "plus orario" per attività ordinarie, tra l'altro rientranti nei livelli essenziali di assistenza, causa un aggravio di spesa per le casse dell'ente superiore al 20%”.

La preoccupazione di Coldiretti Caserta
Il territorio che subirebbe maggiori conseguenze dallo stato di agitazione è quello di Caserta, dove si concentra il 50% degli allevamenti bufalini d'Italia e un consistente numero di allevamenti bovini. Da qui la preoccupazione espressa da Coldiretti.

"Siamo molto preoccupati - spiega Tommaso De Simone, presidente di Coldiretti Caserta - per il rallentamento che si produrrà sulle attività di profilassi. Potremmo trovarci nel paradosso che le aziende bufaline sono sane e controllate, ma manca l'attestazione ufficiale. Occorre dire peraltro che le attività di profilassi hanno il compito di fermare sul nascere i rischi sanitari di diffusione della brucellosi negli allevamenti. Il lavoro egregio svolto negli ultimi anni dai medici veterinari ha steso un cordone sanitario contro le malattie infettive. Chiediamo all'Asl di intervenire con le risorse economiche idonee per consentire il prosieguo di questo percorso".
"La riduzione dei controlli - aggiunge Angelo Milo, direttore di Coldiretti Caserta - può generare l'ingiusta conseguenza della perdita del certificato di aziende indenni da brucellosi e tubercolosi. Un'attestazione che ha effetti sostanziali sulla capacità di commercializzazione dei prodotti, con conseguenze incalcolabili sull'economia e l'occupazione nel comparto zootecnico casertano. Coldiretti chiede di affrontare in tempi rapidi l'agitazione sindacale, trovando soluzioni adeguate ad un comparto che rappresenta una punta di eccellenza per il territorio provinciale e regionale in tutto il mondo".