La redditività degli allevamenti suini è in aumento. Lo conferma l'indice Crefis, il centro ricerche economiche dell'Università cattolica di Piacenza, che ha segnato in gennaio un +4,5%. Merito in particolare dell'aumento dei prezzi dei suini da macello che sulla piazza di Modena hanno raggiunto quotazioni di 1,294 euro al chilo, il 4,2% in più rispetto a dicembre. Nell'aumento dell'indice gioca un ruolo importante la discesa del prezzo delle materie prime per l'alimentazione. Ma il confronto dei prezzi sull'anno precedente resta tuttavia negativo, visto che le attuali quotazioni sono inferiori del 4,5% rispetto a 12 mesi fa. In modo analogo è negativo il confronto sull'indice di redditività che a gennaio 2015 risultava dell'1,4% più alto rispetto ad oggi. Per gli allevamenti italiani prosegue dunque una stagione di crisi mentre nel resto d'Europa si ha in media un aumento del 1,2% dell'indice di redditività, merito almeno in parte degli aiuti comunitari allo stoccaggio privato, iniziativa che si è conclusa a fine gennaio.

Macelli in affanno
I maggiori costi per l'acquisto dei suini e il parallelo forte deprezzamento dei lombi (-9,9% rispetto a dicembre) hanno determinato il crollo della redditività della fase di macellazione, con l'indice Crefis sceso dell'8% rispetto a dicembre scorso, ma che si mantiene positivo nel confronto tendenziale (+7,5% rispetto a gennaio 2015).
A gennaio i prezzi delle cosce fresche destinate a prosciutti Dop sono leggermente aumentati su base congiunturale (+ 0,6%), mentre il confronto si mantiene elevato su base tendenziale (+12,7%). Sostanzialmente stabile l'andamento congiunturale delle cosce fresche destinate a circuiti non tutelati (+0,3%)per un valore di 3,423 euro/kg, un dato peraltro molto positivo rispetto al gennaio 2015:+17,2%.

Il sorpasso dei Dop
Sempre a gennaio sono positivi i dati relativi alla stagionatura dei prosciutti. L'indice Crefis di redditività del Parma Dop pesante è incrementato del 2% rispetto a dicembre, ma a impressionare è il +16% su base tendenziale, ulteriore prova della fase fortemente negativa vissuta nei primi mesi dell'anno scorso. Un miglioramento, ma molto più contenuto (+0,7%) ha riguardato anche i prosciutti generici; si consolida dunque ulteriormente il differenziale positivo di redditività a favore dei Dop rispetto ai non tutelati (+10,4%).
D'altro canto a gennaio sono sensibilmente aumentate le quotazioni del Prosciutto di Parma stagionato, giunte ormai a 8,750 euro/kg, ovvero lo 0,9% in più rispetto a dicembre scorso e il 20,7% in più rispetto a gennaio 2015. Rimangono stabili a 11,850 euro/kg le quotazioni del Prosciutto di San Daniele, che si traducono però in +8,7% su base tendenziale.