I formaggi di pecora si vendono sempre di più, con prezzi in tensione per i pecorini e per il latte ovino alla stalla. E in Sardegna l’assessore all’agricoltura, Elisabetta Falchi, intende sfruttare la fase positiva per rinsaldare i legami di filiera, agendo non solo sul monitoraggio dei prezzi, sui disciplinari di produzione di Sardo e Romano e sulle politiche di internazionalizzazione. Ma anche utilizzando il nuovo strumento dell’interprofessione targato Ue e fresco di recepimento nazionale.
 
"Il momento è favorevole per continuare sulla strada del dialogo e per costruire una strategia organizzativa dall'intera filiera, così da individuare uno strumento che permetta di governare il mercato lattiero-caseario".
Lo ha detto l'assessore dell'agricoltura della regione Sardegna, Elisabetta Falchi, al tavolo convocato nel pomeriggio del 20 luglio negli uffici di via Pessagno, a Cagliari. Presenti all’incontro sui temi nodali del comparto ovino, oltre all’assessore Falchi, il direttore generale dell'assessorato, Sebastiano Piredda, il funzionario Loredana Melis, le Organizzazioni dei produttori, i Consorzi di tutela del pecorini Romano e Sardo, le organizzazioni professionali agricole, il mondo della cooperazione e i rappresentanti di Confindustria e Confapi.
 
I numeri di oggi per i pecorini di Sardegna sono i migliori degli ultimi anni e il prezzo del latte ovino alla stalla, iva inclusa, è cresciuto dell’11,4% negli ultimi sette mesi, in linea con le aspettative degli allevatori sardi.
Secondo Ismea, il prezzo medio del latte di pecora in Sardegna, rilevato il 17 luglio scorso, è di 97,50 euro per ettolitro, praticamente 10 euro in più rispetto ai prezzi di fine annata 2014, quando l’Osservatorio sulla filiera ovicaprina Laore – Ismea già segnalava che le aspettative degli allevatori erano decisamente positive per l’annata 2015: “In particolare, alla quotazione media di 87,50 euro per 100 litri raggiunta nel 2014, si prospetta un ulteriore recupero sul prezzo di oltre il 10%".
 
A trascinare il prezzo del latte sono le quotazioni dei pecorini. Secondo Ismea, il Fiore Sardo Dop, tra maggio e giugno 2015, si è stabilizzato intorno ai 12 euro al chilo, mettendo a segno un incremento di prezzo, franco caseificio, del 29,7% rispetto al 2014. Numeri da record anche per il Romano Dop: quello destinato all’export è quotato 9,18 euro al chilo a giugno 2015, mettendo a segno un incremento di prezzo rispetto ad un anno fa del 23%. Il Romano corre anche sul mercato nazionale: prezzo medio rilevato a giugno di 9,48 euro al chilo e crescita sull’anno precedente dell’11%.

Tutti numeri che fanno dire all’assessore Falchi: "Siamo soddisfatti dell'andamento della campagna di quest'anno, soprattutto in termini di prezzo del latte, e lavoriamo affinché il suo valore resti stabile e non subisca preoccupanti flessioni al ribasso".
La Falchi, nell’incontro del 20 luglio, ha aggiunto: “In quest’ottica abbiamo operato nei mesi scorsi, con i vari interlocutori, su programmazione e disciplinare delle produzioni, qualità latte e internazionalizzazione”.
 
Per continuare a discutere di tali tematiche, in maniera organizzata con tutti gli attori della filiera, lo strumento proposto dalla Regione Sardegna sarà quello dell’interprofessione, prevista dai regolamenti comunitari. Il recente recepimento a livello nazionale dell'interpofessione, con la legge del 2 luglio 2015, torna utile anche per il comparto del latte di pecora. “Vogliamo essere i primi ad adottarlo per il nostro settore ovino – ha proseguito Falchi – così da superare le criticità del passato”.

Le proposte messe sul tavolo dall’esponente della giunta sarda sono state accolte favorevolmente dall’assemblea, a cui hanno partecipato oltre 50 rappresentanti. “Il bilancio dell’incontro è positivo – ha commentato Elisabetta Falchi e proseguiremo con l’istituzione di un comitato tecnico rappresentativo, che ci permetterà di affrontare al meglio le proposte del Governo in Conferenza Stato Regioni”.