Con queste parole Nicola Cesare Baldrighi, presidente del Consorzio tutela Grana Padano, commenta la scelta di sostenere anche quest'anno la Giornata internazionale della cucina italiana (Idic, International day of italian cuisines) che è andata in scena lo scorso 17 gennaio a Milano ed è giunta alla VIII° edizione sotto l'organizzazione di Itchefs - Gvci (Gruppo virtuale cuochi italiani).
Dopo New York, Mosca, Buenos Aires, Rio de Janeiro, Hong Kong, per la prima volta Milano è il riferimento internaizonale della Idic, che si terrà all'Hotel Villa Torretta dove si incontreranno virtualmente migliaia di cuochi e ristoratori, in oltre settanta Paesi e 200 città del mondo, che partecipano a questa giornata con l’obiettivo di celebrare l’autenticità e la qualità della cucina italiana.
“La giornata dell'orgoglio culinario italiano, come definiscono Idic gli organizzatori – aggiunge il presidente Baldrighi – mi sembra la migliore definizione che si possa dare a questo evento. Auspico che tutti gli appassionati del buon gusto italiano approfittino di questa occasione per aprire gli occhi nei confronti dell’utilizzo indebito dei nomi e dei marchi falsi dei prodotti a denominazione. Fenomeno che produce, solo per il Grana Padano, un danno complessivo annuo stimato in 1 miliardo di euro, 700 milioni all’estero e 300 milioni in Italia”.
“Nonostante tutto – conclude Nicola Cesare Baldrighi - i dati dell’export del 2014, con una stima ancora non definitiva, ci dicono che tendenzialmente le esportazioni di Grana Padano sono cresciute complessivamente del 5%, con circa 1.500.000 di forme vendute nel mondo. Il Nord Europa e gli Stati Uniti si confermano per noi mercati vincenti, mentre cresce l’interesse verso il Grana Padano in realtà importanti come la Cina, la Nuova Zelanda e anche l’Arabia Saudita. Confermando la nostra partnership con appuntamenti di tenore mondiale come la Giornata internazionale della cucina italiana, desideriamo dare un ulteriore segno di riconoscibilità alla qualità del nostro prodotto, alla serietà dei nostri produttori e alla creatività degli chef che ovunque interpretano con sapienza il buon gusto italiano”.
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