A guardare i numeri del latte in Europa sembra proprio che si stiano tutti preparando al dopo quote del 2015, spingendo sull'acceleratore delle produzioni. I dati riferiti a giugno nei 28 Paesi della Ue sono quasi tutti con il segno positivo davanti. Un modesto calo per il latte alimentare e una grossa spinta in avanti per il latte in polvere (circa il 17%). Non va diversamente in Italia, dove gli aumenti già registrati fra aprile e giugno si confermano ed anzi aumentano ulteriormente in luglio. Lo dicono i dati rilevati dal Sian (il sistema informativo agricolo nazionale che fa capo ad Agea) per le consegne rettificate, quelle che servono poi per fare i conti sulle quote latte. In giugno la produzione era cresciuta del 2,6% rispetto all'anno precedente, come già anticipato da Agronotizie. Ma è in luglio che la spinta produttiva si è fatta ancora più forte, raggiungendo complessivamente a partire da aprile la quota di 3,78 milioni di tonnellate. Se confrontato con lo stesso periodo dell'anno precedente l'aumento è ancor più significativo, il 3,2% in più. A dare impulso a questa crescita sono in particolare gli allevamenti della Lombardia che da soli producono 1,57 milioni di tonnellate, (+3,3%), seguiti da Veneto (+3,9%) ed Emilia Romagna (+1,84%).

I perché dell'aumento
Aumenti che si possono interpretare sia come strategia per prepararsi al dopo quote, sia come mezzo per evitare che i fatturati aziendali siano erosi dal minore prezzo del latte, che continua a scendere dopo la scadenza dei contratti a fine giugno e le difficoltà per il loro rinnovo. E pesa in queste ultime settimane la progressiva perdita subita dai prezzi di Parmigiano Reggiano (-9,2% rispetto al 2013) e del Grana Padano (-2,5%).

Attenti alle multe
Se nella caduta dei prezzi una parte di responsabilità può essere addossata all'aumento delle produzioni, il problema che ora si profila è un altro, il possibile sforamento della quota a fine campagna e le nuove multe. Ricominciare con le multe, dopo quattro anni di rispetto della quota nazionale e proprio nell'ultima campagna del regime quote sarebbe una doppia beffa. Ma se la produzione dovesse mantenere una crescita come quella attuale si concluderebbe con una produzione di oltre 11 milioni di tonnellate, mentre la quota italiana si ferma per le “consegne” a 10,923 milioni di tonnellate. Presto per far scattare un allarme. Una caduta delle produzioni nella stagione invernale è possibile, facendo così rientrare la produzione entro i limiti consentiti. Vedremo cosa succederà nei prossimi mesi. Intanto, come dice l'adagio, uomo (allevatore) avvisato...