A guardare i dati delle consegne di latte nel mese di febbraio si scopre che in alcune regioni la produzione ha subito un'impennata verso l'alto. E' quanto emerge dalle rilevazioni del Sian, il sistema informativo agricolo nazionale di Agea, che ha reso noti i dati produttivi aggiornati al febbraio 2014. Fra le stalle che hanno spinto sull'acceleratore troviamo quelle del Piemonte con oltre 8mila tonnellate in più rispetto al totale raggiunto a febbraio 2013, seguite dalla Lombardia (+ 3486 tonnellate) e poi dall'Emilia Romagna (+2705 tonnellate). Significativo, almeno in termini percentuali, il balzo in avanti della provincia autonoma di Bolzano con il suo più 1564 tonnellate su una produzione complessiva di poco inferiore alle 350mila tonnellate. Ma per tante Regioni che hanno aumentato la produzione, altre si trovano con il segno meno davanti. E' il caso del Veneto (- 17.442 tonnellate) o del Lazio (- 15.873). Segno di una sofferenza del settore lattiero che in queste regioni, come in altre, ha prodotto pesanti danni e la conseguente chiusura di molte stalle. Alla fine si scopre che la produzione complessiva, a febbraio 2014, è inferiore di oltre 70mila tonnellate rispetto ai 12 mesi precedenti.

I numeri dopo le rettifiche
La situazione non cambia, anzi si accentua, se la produzione viene analizzata tenendo conto dei dati rettificati, ovvero degli “aggiustamenti” necessari per calcolare le quote di riferimento da rispettare. In questo caso entra in ballo il tenore di grasso del latte, che in funzione di alcuni algoritmi previsti dalle normative comunitarie in tema di quote prevede un aumento o una diminuzione del latte prodotto. I numeri elaborati dal Sian dicono che le consegne rettificate registrate a febbraio si fermano a 9,74 milioni di tonnellate, circa 100mila tonnellate in meno rispetto ai 12 mesi precedenti. Si conferma così lo stato di crisi delle stalle italiane, pur con forti differenze fra le diverse regioni. In questo caso spicca la produzione lombarda con un aumento che sfiora le 12 mila tonnellate e poi quella piemontese con un aumento di circa 5mila tonnellate, mentre il Veneto, che pure ha subito una forte ridimensionamento delle consegne, si mantiene costante se il dato produttivo viene rettificato sui contenuti di grasso.

Niente multe, ma niente soldi
Il mese di marzo, con tutta probabilità, dovrebbe replicare gli andamenti degli anni precedenti e confermare così una produzione al di sotto della quota di riferimento nazionale, cosa che ci eviterà ancora una volta di pagare multe. Per molti allevatori, quelli che superano la propria quota individuale, non è così. In questi casi le industrie o le cooperative che ritirano il latte (i cosiddetti primi acquirenti) continuano con i prelievi, cioè trattengono i soldi destinati a pagare le eventuali multe, salvo rimborsare gli allevatori a fine campagna, quando si faranno i conti finali. Una situazione che coinvolge soprattutto gli allevatori della Lombardia dove a febbraio il Sian registra esuberi per oltre 145mila tonnellate di latte. Al secondo posto troviamo il Veneto con 64.000 tonnellate, seguito dall'Emilia-Romagna con 62.000 e via via le altre regioni. Solo la Liguria risulta esente da esuberi. Molti allevatori si vedranno restituire i soldi trattenuti, ma resta il problema della mancata liquidità che queste stesse aziende sopportano. Ma facciamoci coraggio, ancora un anno e le quote latte saranno solo un ricordo.