A Bruxelles si continua a discutere di benessere animale. L'occasione è venuta da una conferenza indetta dalla Commissione europea per fare il punto della situazione su questo tema. Tenuto conto che la legislazione oggi vigente copre il periodo dal 2012 al 2015, si è voluto verificare quanto è stato fatto e cosa ancora è necessario fare in tema di benessere animale. Garantire il benessere degli animali è una priorità fondamentale, ha ricordato il commissario europeo per la Salute, Tonio Borg. Ad oggi oltre 2000 medici veterinari sono stati coinvolti in progetti di formazione sul benessere degli animali. Nel frattempo a livello europeo si è proceduto con il divieto di impiego delle gabbie convenzionali nell'allevamento delle galline ovaiole. Ciò ha portato al miglioramento dello stato di salute e di benessere di 360 milioni di galline. Risultati importanti anche nell'allevamento dei suini dove l'abolizione delle gabbie nei reparti di riproduzione ha consentito un deciso miglioramento del benessere delle scrofe. C'è poi da ricordare il divieto dell'uso della sperimentazione animale per la realizzazione di prodotti cosmetici, cosa vietata già dal 2009. Un altro settore dove si è intensamente lavorato per garantire il benessere degli animali è quello del trasporto.

Cosa resta da fare
L'impegno della Commissione sul fronte del benessere animale non può comunque considerarsi finito. Il lavoro va completato con un ripensamento del quadro giuridico per il quale si dovrà valutare se la priorità sia quella di una nuova legge o se ci si possa limitare ad iniziative di indirizzo, non vincolanti. Fra gli interventi da adottare c'è la realizzazione di centri di riferimento per il benessere animale che dovrebbero essere diffusi in tutta l'Unione europea. La Commissione ha già avviato un progetto pilota i cui risultati sono attesi a breve e saranno la base sulla quale organizzare la futura rete dei centri di riferimento. Nel frattempo si continuerà nel sostenere le attività di formazione degli operatori zootecnici e sanitari per favorire un'applicazione uniforme della normativa nei diversi stati europei. Su questi ultimi sarà poi esercitata una costante verifica della situazione per verificare la conformità alle normative e l'avvio, quando necessario, delle procedure di infrazione.

La situazione in Italia
Per quanto riguarda l'Italia la situazione di aggiornamento degli impianti suinicoli può considerarsi quasi del tutto completata con l'eliminazione delle gabbie dai reparti di riproduzione e con l'adeguamento del numero di animali presenti per superficie di allevamento. Qualche problema ancora, in particolare per difficoltà interpretative, è sulle caratteristiche delle pavimentazioni, ma anche questo problema è in via di soluzione.
Il settore delle galline ovaiole può a sua volta considerarsi ormai allineato alle normative comunitarie in tema di benessere, pur se con qualche ritardo che ci è costato il rimprovero delle autorità comunitarie. La strada è comunque tracciata e il rispetto delle norme sul benessere è da considerarsi certamente vincolante, anche se ancora molti sono i Paesi che devono mettersi in regola e sui quali è concentrata l'attenzione delle autorità comunitarie. Resta l'interrogativo per un paese forte importatore di prodotti animali come l'Italia, quale sia il rispetto del benessere animale nei paesi terzi. Ma questo è un altro problema.