Opas, l’organizzazione di produttori di suini ha accolto l’adesione di nuovi soci e prevede per l’anno prossimo un significativo aumento di animali da commercializzare”. Lo annuncia il presidente, Lorenzo Fontanesi, nel corso di un incontro a Mantova, organizzato da Opas e da Assocom, guidata da Luigi Zanotti.
Questo imporrà un maggiore impegno da parte dei soci per comunicare i volumi di suini che mensilmente saranno commercializzati – spiega Zanotti - con l’obiettivo di programmare i circa 150 camion che ogni settimana partiranno dagli allevamenti iscritti per la macellazione, ma anche per poter impostare strategie di vendita efficaci in un momento difficile per il mercato”.

Rivoluzione copernicana
Lo scenario attuale della suinicoltura impone un cambio di rotta e politiche nuove. Il prezzo dei suini da macello per il circuito tutelato ha perso oltre 32 centesimi in cinque settimane. “E’ impensabile che i suini vengano pagati 1,40 euro al chilogrammo, quando il costo di produzione è superiore e gli allevatori producono in perdita – dice il presidente di Opas -. Bisogna invertire il meccanismo in base al quale oggi è la carne fresca a influenzare le quotazioni del suino. Semmai, saranno i listini che quotano il prezzo dei maiali a determinare l’andamento del fresco”.

Stop a contratti annuali
Fontanesi suggerisce un percorso: "Porre fine ai contratti annuali di conferimento, la rivoluzione copernicana passa da qui e da una collaborazione con i macelli, che costituiscono un anello debole in una filiera troppo sbilanciata a favore dei trasformatori e della grande distribuzione. Per questi motivi possiamo adottare una linea comune”.

Chiarezza in Cun
La mano è dunque tesa verso il sistema della macellazione, anche se l’atteggiamento di Opas e di Assocom – “sarà intransigente nella richiesta che il regolamento della Cun venga rispettato, senza ulteriore introduzione di non quotati”, afferma Fontanesi.

Etichettatura e made in Italy
Il presidente di Assocom, Zanotti sottolinea la volontà di proseguire nel dialogo per arrivare ad un sistema di etichettatura volontario che: “indichi come made in Italy i prodotti ottenuti da suini nati, allevati, macellati e trasformati in Italia - puntualizza -. Siamo convinti che sia la strada corretta per dare il valore che merita alla salumeria Dop”. Per Fontanesi, inoltre, “l’etichettatura potrà essere un requisito essenziale per sostenere le esportazioni di produzioni di elevata qualità e combattere le contraffazioni agroalimentari”.

Classificazione opportunità
Tema altrettanto scottante riguarda la classificazione delle carcasse, che Opas e Assocom intendono analizzare in un’ottica positiva. “Servono maggiore collaborazione e trasparenza, gli allevatori devono poter contare su comunicazioni veritiere da parte dei macelli e fare così in modo che la classificazione si trasformi in una opportunità per i produttori e non in un’incognita sul pagamento dei capi”.