Migliorano i conti del comparto suinicolo. Lo certifica il Crefis, il Centro di ricerche economiche sulle filiere suinicole che fa capo all'Università Cattolica di Piacenza. In luglio, infatti, la redditività dell'allevamento suino è migliorata di quasi l'11% rispetto al mese precedente. Merito della crescita dei prezzi spuntati dai suini pesanti registrati dalla Cun, la commissione unica nazionale che dal 2008 fa da riferimento per le quotazioni di questo settore. Contribuisce al miglioramento dei conti degli allevamenti il deprezzamento del mais e in prospettiva anche quello della soia, fra gli ingredienti principali della dieta dei suini. Le ultime quotazioni dei suini pesanti, a fine agosto, mostrano ulteriori segnali di apprezzamento, con prezzi che superano 1,64 euro al chilo. Mentre gli allevatori, dopo una lunga stagione di difficoltà, possono così tirare un sospiro di sollievo, le industrie di macellazione si trovano invece costrette a correggere i loro bilanci annotando una riduzione dei margini del 3%. E' l'eterno “gioco delle parti” fra produttori e trasformatori che si ripete con sfumature diverse in ogni settore agroalimentare.

Rapporto squilibrato
Il più delle volte è il mondo della trasformazione che riesce a imporsi su quello della produzione. Uno squilibrio che si è cercato di ridurre con l'istituzione della Cun, parte di un “pacchetto” più ampio di risposta alle crisi della suinicoltura del quale Agronotizie si è più volte occupata. Che la Cun sia riuscita a cogliere il risultato voluto lo dimostrano le ricorrenti difficoltà incontrate nella definizione del prezzo a causa delle preclusioni frapposte dalle industrie. Così la dicitura “NQ” (non quotato) ha preso sovente il posto dell'indicazione del prezzo, tanto da far scattare negli ultimi giorni di agosto le segnalazioni della Bmti (borsa merci telematica italiana) per lo stallo delle trattative di mercato. Per sbloccare la situazione è intervenuto il ministro per le Politiche agricole, Nunzia De Girolamo, che ha indetto una riunione della Cun-suini presso il ministero per trovare un punto di incontro.

Lo sblocco
Tutte le organizzazioni dei produttori hanno salutato con favore questa iniziativa che ha consentito di sbloccare la situazione e di tornare alla normalità nelle contrattazioni di mercato. Così nella riunione del 29 agosto, finalmente, si è arrivati a definire il prezzo per il circuito del suino tutelato (quello destinato alle produzioni Dop). E gli allevatori hanno visto confermare dalla Cun gli attesi aumenti di prezzo, che ha superato quota 1,64 euro al chilo per i suini di 144/152 kg di peso vivo. Per le taglie superiori, quelle oltre i 160 kg, si è giunti a 1,739 euro. Il mercato sembra essere rientrato così nella “normalità”. Ma certo non si sono risolti i problemi di fondo con le industrie del settore, rappresentate da Assica, che vorrebbero disconoscere il ruolo della Cun-suini. Certo, i loro interessi non coincidono con quelli degli allevatori. Ma gli uni senza gli altri non potrebbero continuare a lavorare. Sempre che non si preferisca rinunciare ai prodotti italiani e utilizzare solo carni e cosce importate. Nemmeno le industrie, ne siamo certi, vorrebbero arrivare a tanto. Meglio allora far “funzionare” la Cun.