Cia, "Una sconfitta per i consumatori europei"
"La cancellazione dell’etichettatura facoltativa delle carni bovine è una sconfitta per i consumatori europei che vogliono sapere cosa mettono nel piatto e per gli allevatori, prima di tutto italiani, che lavorano sulla qualità e l’eccellenza". Lo afferma la Cia, Confederazione italiana agricoltori, commentando la decisione dell’Europarlamento che ha bocciato per otto voti l’emendamento che prevedeva il mantenimento della misura.

Il sistema dell’etichettatura facoltativa è stato creato in corrispondenza con lo scoppio dell’epidemia di “mucca pazza”, ricorda la Cia in una nota, ed è stato fondato e gestito dai produttori, è diventato essenziale in questi anni per garantire al cento per cento le scelte dei consumatori, informandoli correttamente sull’origine della carne e fornire altre informazioni utili per un acquisto consapevole e trasparente: la razza e l’età del bovino, il mangime utilizzato, tutte le fasi della filiera dall’allevamento al macello al punto vendita.

"Anche per i nostri allevatori è sempre stato uno strumento in più per qualificare la produzione bovina “made in Italy” -continua la Cia- mentre adesso la Ue compie un grave passo indietro, premiando chi preferisce poche e anonime informazioni". Non è bastato il pressing degli europarlamentari italiani, primo fra tutti il presidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo Paolo De Castro -conclude la Cia-. Ora il Governo si impegni perché venga ripristinata una normativa che è indispensabile per tutelare non solo i cittadini, ma anche i nostri allevamenti “doc”.


Coldiretti, "La modifica non deve impedire di valorizzare il lavoro di chi si impegna per la trasparenza della carne"
 
"Con il cambiamento delle norme sul sistema di etichettatura facoltativa della carne bovina viene di fatto impedito di indicare la dicitura no ogm a causa degli elevati costi che saranno ora a carico del singolo allevatore che ha scelto di alimentare il proprio bestiame con mangimi non contaminati da biotech".
E’ quanto afferma la Coldiretti nell’evidenziare uno degli effetti negativi del sostanziale via libera alla proposta della Commissione europea che ha modificato lo schema attuale di etichettatura volontaria delle carni e rinvia di almeno cinque anni l'obbligatorietà del chip per i bovini. "La modifica non deve impedire - continua la Coldiretti - di valorizzare il lavoro di quanti si sono impegnati per la trasparenza e la qualità della carne. L’Italia - conclude la Coldiretti - è all’avanguardia nell’etichettatura facoltativa della carne in cui molti operatori hanno investito con successo, per fornire informazioni utili quali la razza e il sesso dell’animale, l’alimentazione usata e l’età del bovino verso le quali i consumatori mostrano interesse per un acquisto consapevole e trasparente".