Per il mondo del latte in Europa è attesa una frenata dei prezzi, molto più pesante nel Centro e nel Nord che non in Italia. Nel 2015, quando il regime delle quote latte andrà in soffitta, potrebbe non esserci il programmato "atterraggio morbido". E l'abolizione delle quote, votata sull'onda di un liberismo chiamato a togliere ingessature produttive, è stata una decisione più subita dall'Italia che voluta nei negoziati europei.
Così pensa Tommaso Mario Abrate, responsabile del settore lattiero caseario di Fedagri – Confcooperative, recentemente nominato vicepresidente del Gruppo consultivo latte in Europa, "l'organismo col quale la Commissione europea si confronta sulla sua politica di settore con le rappresentanze della filiera: i produttori di latte, i trasformatori, a carattere cooperativo ed industriale, il commercio e il consumo", spiega lo stesso Abrate in un'intervista rilasciata a Fieragricola-Veronafiere, pubblicata integralmente sul sito Fieragricola.it.
Un'intervista nella quale Abrate analizza alcuni aspetti rilevanti del settore: dalle quote latte alle multe per gli splafonatori, dall'Italian sounding alla soluzione per il mondo cooperativo di dotarsi di un portavoce. Un esempio che, dice Abrate, "anche i sindacati agricoli dovrebbero seguire".
Alcuni punti trattati:
- Quote addio, ma prezzi in discesa: per l'Italia -8 per cento
- "Pacchetto Latte Ue": obiettivi ridimensionati, Italia in salvo
- Un modello europeo per la cooperazione italiana
- Gli obiettivi del Gruppo Consultivo Latte
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