Confagricoltura Piacenza condivide le considerazioni espresse a livello nazionale sull'accordo lombardo del prezzo del latte, ma non è soddisfatta. Il presidente della Sezione lattiero-casearia Filippo Gasparini: "Parigi punta sulle Op locali, è la linea migliore".

"In queste ultime settimane – commenta Gasparini – abbiamo assistito a una ripresa della domanda di latte. Il mercato, domanda e offerta dei quantitativi prodotti, anche a fronte della volatilità dei prezzi è comunque piuttosto rigido e reagisce esasperando le variazioni produttive in termini di prezzo. E' vero che nei mesi scorsi si è prodotto latte in più, ma la quota nazionale non è comunque stata superata, eppure sembrava che dovessimo fronteggiare un enorme eccesso d'offerta. In quel periodo le associazioni di produttori hanno giocato un ruolo importante nella collocazione del prodotto in eccesso. Ora, a fronte dei primi caldi, cala la produzione e il mercato torna tonico. L'accordo di per sé non è male anche se forse, senza di esso – sottolinea Gasparini - chi già è in grado di aggregare l'offerta oggi potrebbe spuntare qualche centesimo in più.

"Ma la questione va vista in prospettiva. Varato il 'pacchetto latte' a livello europeo, stiamo rischiando di declinarlo all'italiana, mentre merita una riflessione l'approccio dei giovani agricoltori francesi, che pienamente condivido e delle istituzioni d'oltralpe".

Il Governo francese ha, infatti, varato un decreto ministeriale alla fine d'aprile che fissa i requisiti per il riconoscimento delle Organizzazioni di produttori di latte bovino: almeno 200 soci e 60 milioni di litri di latte, soglie che si riducono a 25 allevatori e sette milioni di litri se la materia prima è destinata a produzioni che si fregiano di marchi di qualità. L'associazione dei giovani agricoltori francesi, per prima, ma è poi stata seguita da diverse altre, ha invitato ad aderire alle Op dei rispettivi bacini produttivi indipendentemente dalle organizzazioni professionali agricole di appartenenza. Obiettivo: avere una sola Op per ogni industria di trasformazione. "Negoziare il prezzo del latte è una questione economica, non sindacale – conclude Gasparini – per questo i risultati migliori si otterranno se sosterremo la forza economica dei produttori attraverso l'aggregazione. E' nell'agevolare e veicolare questo processo che il sindacato riveste un ruolo prioritario".