Pacchetto latte, si parte. Accolti gli emendamenti (oltre 30) presentati dal Parlamento europeo, si è ora pronti a dare il via libera all'applicazione dei sostegni destinati al settore lattiero per superare la fase di crisi, che peraltro i mercati hanno, per il momento, messo dietro le spalle. Dei contenuti di questo “pacchetto” e del suo omologo sulla qualità (anch'esso in dirittura di arrivo) si discute da tempo, commentandone l'altalena dei contenuti nei vari passaggi fra Commissione e Parlamento.

Ora i giochi si sono conclusi e il presidente della commissione Agricoltura del Parlamento europeo, Paolo De Castro non nasconde la sua soddisfazione nell'anticipare che fra i molti emendamenti accolti figurano le richieste del Parlamento in tema di programmazione della produzione. Con la prossima approvazione dei regolamenti comunitari sarà così data possibilità ai Consorzi di tutela dei formaggi Dop di “governare” la produzione, evitando che spinte produttive incontrollate possano generare cicliche stagioni di crisi dei prezzi come quelle che sino ad oggi hanno imperversato sul mercato lattiero caseario

 

Allevatori protagonisti

E' ancora fresco il ricordo delle difficoltà vissute dai due grandi formaggi “grana”, il Parmigiano Reggiano e il Grana Padano, una crisi lunga e difficile che si teme possa riaffacciarsi con l'aumento delle produzioni degli ultimi mesi. Una ulteriore prova della necessità di trovare strumenti di “governo” della produzione che non entrino in conflitto con le norme antitrust. E' pensando a questi aspetti e alla tutela dei produttori di latte che il legislatore europeo ha previsto che nell'indirizzare la produzione i Consorzi di tutela abbiano il sostegno dell'intera filiera, e in particolare degli allevatori la cui rappresentanza all'interno dei consorzi è spesso sbilanciata a favore delle industrie di trasformazione.

 

Via libera ai contratti

Confermata poi la volontà espressa sin dalle fasi iniziali nel prevedere che le compravendite di latte avvengano attraverso contratti con le aziende di trasformazione. Prezzo, quantità fornite, durata del contratto sono gli elementi attorno ai quali dovranno necessariamente ruotare i rapporti fra allevatori e industrie del latte. Con un ruolo di primo piano svolto dalle organizzazioni dei produttori, sulla falsariga di quanto già si verifica per l'ortofrutta, che su questo fronte si trova in vantaggio rispetto al mondo del latte.

 

Ci sarà un Osservatorio

Sullo sfondo resta la volatilità dei mercati internazionali del latte, dove il prezzo è in balia di molteplici fattori, al pari delle altre commodities agricole. Lo scenario è complesso ed è difficile fare previsioni. L'aumento dei consumi di latte nei paesi con economie in forte crescita possono modificare profondamente gli andamenti di mercato. Così come eventi climatici avversi possono modificare gli andamenti produttivi facendo scattare imprevedibili rialzi o al contrario favorendo una caduta dei prezzi. Per restare in Europa, non bisogna poi dimenticare l'appuntamento ormai prossimo con il 2015, anno nel quale le quote cesseranno di esistere e ognuno dei 27 Paesi della Ue sarà libero di spingere sulla produzione. Le ripercussioni sul mercato del latte potrebbero essere pesanti e non tutte di segno positivo. E' per questo che il “pacchetto latte” si è arricchito di un nuovo strumento, l'Osservatorio sul mercato del latte. Da Bruxelles verrà monitorato l'andamento del mercato lattiero caseario nel tentativo di predisporre previsioni sull'andamento dei prezzi. Con le informazioni che l'Osservatorio sarà in grado di trasferire al mondo produttivo, a sua volta in possesso degli strumenti per governare le produzioni, le crisi del mercato del latte dovrebbero avere le ore contate. Purché le previsioni siano azzeccate, ma questo è un altro problema. Per il momento accontentiamoci della possibilità di governare le produzioni che il “Pacchetto Latte” regala ai Consorzi di tutela. E speriamo ne facciano buon uso.