La Commissione europea ha presentato un pacchetto legislativo per l’introduzione dell’identificazione elettronica dei bovini, ma solo su base volontaria. Così gli allevatori potranno scegliere se utilizzare il sistema d’identificazione tradizionale con due marche auricolari, oppure sostituirne una con una targhetta per l’identificazione tramite radiofrequenza (Rfi d).
“L’introduzione su base volontaria – spiega Luigi Sidoli, direttore di Confagricoltura Piacenza - scongiura l’aumento dei costi di produzione per i piccoli allevatori. Attualmente la proposta di Regolamento lascia però ai singoli Stati membri la scelta di rendere obbligatorio o meno il nuovo sistema all’interno dei propri confini nazionali e questo non è positivo perché, in un mercato aperto come quello comunitario, è importante che le regole siano rispettate da tutti per garantire la massima sicurezza negli scambi, inoltre, sistemi obbligatori a livello nazionale sarebbero distorsivi della concorrenza. In tal senso, auspichiamo che il Parlamento europeo ed il Consiglio tengano conto di tali elementi nel valutare la proposta della Commissione”.
Si tratta di un progetto che finalmente risponde concretamente al Piano d’azione per la riduzione del carico burocratico nell’Unione europea pubblicato dalla Commissione nel 2009. La semplificazione dell’iter procedurale per l’utilizzo di etichette volontarie nonché la registrazione elettronica dei capi più sicura ed affidabile di quelle tradizionali come la marchiatura auricolare, il tatuaggio e la bollatura, contribuirebbero certamente ad alleggerire il lavoro degli allevatori.
“Sono numerosi – spiega Sidoli - i vantaggi ulteriori derivanti dalla messa a punto di un unico sistema d’identificazione elettronica per i bovini: innanzitutto risolverebbe il problema pratico degli allevatori che sono costantemente costretti a verificare che i capi in stalla non perdano le marche e a richiederne i duplicati; in secondo luogo, ma non meno importante, comporta un risparmio nei costi di produzione e una riduzione dell’onere amministrativo per gli allevatori. Tuttavia, in alcune circostanze, come nelle piccole aziende o nel caso di animali al pascolo libero il sistema non offre un adeguato rapporto costi/benefici".
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Fonte: Confagricoltura Piacenza