La redditività dei suinicoltori italiani è ai minimi storici. Un problema che si trascina da tempo. Anche nel 2010 (dati diffusi dal Crpa, Centro ricerche produzioni animali) il costo di produzione ha avuto un aumento sull’anno precedente pari al 4,6%. Fra i fattori di costo spicca l'aumento della voce alimentazione (+6,6%) a causa dell’enorme volatilità dei prezzi delle materie prime utilizzate per i mangimi, volatilità che gli analisti prevedono continuare anche nei prossimi mesi e che potrebbe preludere a un 2011 caratterizzato da costi in ulteriore aumento.

 

I numeri

In riferimento al suino pesante (160-170kg) destinato alla produzione dei principali prosciutti Dop l'esame dei costi per il 2010 evidenzia che gli allevatori spendono 1,36 euro per ogni chilogrammo di peso vivo prodotto, un livello di poco superiore all’1,32 euro/kg speso nel 2009.

Situazione analoga per i produttori dei magroncelli (35 kg circa di peso vivo), che per produrre un chilogrammo di carne hanno speso nel 2010 2,34 euro, il 4,5% in più dell’anno precedente. Più modesto l'aumento dei costi per gli ingrassatori, fermo ad un più 1,5%.

Forte il divario che divide gli allevatori italiani dai loro colleghi europei. I suinicoltori italiani, unici produttori a livello europeo del suino pesante, devono infatti sostenere costi superiori del 19% rispetto ai colleghi d’oltre confine, dove si produce suino da carne, di circa 100 kg di peso vivo.

Un contesto complicato, all’interno del quale non vanno sottovalutati l’import e l’export delle carni suine. Ai dati positivi dell'export (+8,2% nel 2010 rispetto al 2009) si è contrapposto un aumento del 12,8% delle importazioni, pari a 1,04 milioni di tonnellate di carne estera entrata sul territorio italiano, carne costituita in prevalenza da cosce fresche destinate alla produzione di prosciutto cotto e crudo non Dop.

 

Miglioramenti possibili

Secondo l’analisi del Crpa l’efficienza tecnica degli allevamenti poi, gioca un ruolo significativo nella redditività aziendale. E ancora una volta il confronto con gli altri Paesi europei ci penalizza. Infatti, prendendo come metro produttivo il numero di suinetti svezzati all’anno per ogni scrofa, si rileva che in Italia gli allevamenti presentano una media di 22,64 soggetti, mentre in Danimarca siamo a 27,45, in Olanda a 27,19, in Francia a 26,16 per arrivare a poco più di 23 suinetti in Belgio, Germania e Spagna.

 

Se ne parlerà ad Italpig

Un carosello di numeri su cui riflettere e che sarà tema di discussione a Italpig, il Salone nazionale della suinicoltura italiana in calendario a Cremona dal 27 al 30 ottobre 2011. La manifestazione, oltre ad essere punto di riferimento e osservatorio qualificato sulla suinicoltura nazionale, sarà anche l’occasione per fare sentire la voce degli allevatori, stretti in una crisi che sta stremando gli allevamenti minacciando la sopravvivenza.