Tutti in piazza Montecitorio, a Roma, il 20 luglio, però con le sole bandiere della Coldiretti. E poi a Cremona il 22 luglio e infine il 26 luglio a Napoli, questa volta guidati dai soli vessilli di Confagricoltura. Sparpagliati, insomma, come vogliono le tradizioni della nostra agricoltura, bastonata, ma soprattutto divisa. Questa volta a guidare la protesta non saranno i trattori dei “cobas” del latte, ma gli allevatori che hanno rispettato le regole, quelli che hanno comprato quote e pagato  le multe. A scatenare la protesta è la rabbia montata dopo l’approvazione della proroga al 31 dicembre delle multe decisa con la manovra correttiva di bilancio approvata dal Senato. “Se gli accertamenti in corso sono così “importanti” da determinare nella manovra la sospensione delle rate delle multe sulle quote latte – ha detto il presidente di Coldiretti, Sergio Marini - allora lo Stato rifaccia per l’ennesima volta i suoi conti ma visto che venti anni non gli sono ancora bastati, intanto restituisca i soldi a tutti gli allevatori che hanno versato multe non dovute e acquistato quote non necessarie calcolate su dati che lo stesso Stato oggi, con tanto di legge, ritiene non ancora certi”.

 

Si corre ai ripari

Il ragionamento non fa una grinza, tanto che al ministero dell’Agricoltura si sono subito premurati di correre ai ripari precisando che la proroga non ha nulla a che vedere con le ipotesi di eventuali ricalcoli. E ancora una volta è stato ripetuto il ritornello dell’inesistenza “di qualsiasi elemento oggettivo che possa supportare verificate irregolarità di entità tale da incidere in modo apprezzabile sul calcolo del prelievo.” A decidere la proroga del pagamento delle multe (la sesta rata della legge 119/2003 e la prima rata della 33/2009), questa la spiegazione “ufficiale”,  è solo la negativa congiuntura internazionale e le conseguenze della crisi sul comparto lattiero caseario. Insomma protestate pure, ma nessuno si faccia illusioni di recuperare i soldi spesi per comprare quote. Ancora una volta vale la regola del “chi ha dato, ha dato”…