La commissione Agricoltura della Camera dei Deputati ha convocato il 23 giugno scorso, in audizione le Organizzazioni Agricole (Coldiretti, Confagricoltura, Cia e Copagri), le organizzazioni di settore (Anas, Unapros e Opas) e l’Associazione commercianti e mediatori per ascoltare dalle rappresentanze dirette le problematiche del settore e le proposte per un rilancio della suinicoltura italiana.

"Gli allevamenti suinicoli sono stremati, sia dal punto di vista economico e sia da quello finanziario – questo quanto affermato da Lorenzo Fontanesi, vicepresidente di Unapros-Unione nazionale produttori suincoli, che rappresenta oltre 400 produttori di suini con una produzione di oltre un milione di maiali, da una crisi che dura da anni e non accenna a concludersi - L’allevamento del suino pesante italiano, che caratterizza l’intera produzione nazionale (75% della produzione suinicola nazionale), non genera valore sufficiente per coprire i costi di produzione da molti anni. La criticità centrale è la valorizzazione del suino pesante, la coscia da sola non sostiene più il valore del suino, fino a qualche anno fa la coscia rappresentava oltre il 50% del valore del maiale, oggi tale quota è scesa quasi al 40%, e gli altri tagli posti sul mercato in modo non identificato non portano a casa sufficiente valore. Di questo passo tutto il sistema produttivo del suino pesante italiano: quasi 5 mila allevatori, 120 macelli e oltre 500 trasformatori (una produzione di circa 9 milioni di maiali l’anno), sarà costretto a chiudere per sempre; un sistema produttivo unico al mondo destinato a scomparire!".

"Serve una reazione forte di tutto il settore e di tutti gli operatori della filiera – ha proseguito Antenore Cervi, consigliere di Unapros e presidente dell'Asse di Reggio Emilia – con la consapevolezza che questa produzione di alta qualità o la salviamo noi, oppure non la salva nessuno! Serve immediatamente un sostegno al credito degli allevamenti in difficoltà, non solo, servono inoltre alcuni provvedimenti legislativi per tutelare e sostenere la produzione suinicola italiana, in primis: l’emanazione di una specifica normativa che introduca in Italia un sistema di tracciabilità e di etichettatura dei salumi e delle carni suine più completo dell’attuale e più corrispondente alle esigenze del consumatore, dove sia indicata obbligatoriamente l’origine della materia prima utilizzata; solo il 30% delle cosce trasformate nel nostro paese provengono da suini nati e allevati in Italia; l’emanazione di un decreto ministeriale applicativo dell’art. 17 del D.Lgs. 8 Aprile 2010, n.° 61, che stabilisca facoltà, obblighi e ruoli dei Consorzi di tutela e dei soggetti che dovranno collaborare con i Consorzi stessi per realizzare la programmazione quali-quantitativa dei salumi Dop e Igp; un provvedimento finalizzato ad armonizzare e integrare le Commissioni uniche prezzi nel sistema camerale nazionale; la semplificazione degli adempimenti burocratici con particolare riferimento alle norme sulle emissioni in atmosfera dei piccoli e medi allevamenti".

All’audizione erano presenti quasi tutti i parlamentari componenti la commissione Agricoltura e nel dibattito sono intervenuti i rappresentanti dei principali gruppi politici: l’On. Viviana Beccalossi (PdL), l’On. Sebastiano Fogliato (Lega Nord), l’On. Marco Carra (Pd), l’On. Fabio Rainieri (Lega Nord), l’On. Nicodemo Oliverio (Pd) e l’On. Anita Di Giuseppe (IdV). Tutti hanno concordato sull’opportunità e importanza di adottare le iniziative proposte per salvaguardare la produzione suinicola nazionale.

In chiusura degli interventi è intervenuto il sig. Giovanni B.Testa, direttore di Unapros per sottolineare che: "E’ urgente l’adozione di un Piano di Settore finalizzato a rinnovare e rilanciare la suinicoltura italiana, articolato in modo da incentivare l’innovazione e la riorganizzazione dell’ intero comparto. Il Piano di Settore, attualmente in preparazione presso il Mipaaf, ma che deve essere approvato dalla Conferenza Stato Regioni, dovrà prevedere le necessarie risorse e incentivi per aiutare il settore a migliorare la sua competitività. Il piano è centrato su quattro assi di intervento: programmazione quali-quantitativa delle produzioni Dop e Igp; campagna di informazione e di promozione dei salumi e carni suine Dop o Igp, sia all’estero e sia in Italia, con particolare attenzione all’educazione alimentare nelle scuole; sviluppo di un progetto di differenziazione della produzione suinicola nazionale attraverso una linea di suino medio-pesante (135-140 Kg.), nato e allevato in Italia; programma di rafforzamento dell’organizzazione di mercato del settore suinicolo con individuazione di forme di facilitazione di accesso al credito per i produttori".