Volevo farvi il periodico riassuntino della situazione del mercato dei prodotti agricoli però devo essere onesto: c'è qualcosa che non capisco.

Aiutatemi a capire, se potete. In tutto il mondo è partita la inflazione, in particolare quella riguardante i beni alimentari. Il cibo al dettaglio costa di più, praticamente ovunque.

 

La Banca Mondiale (World Bank) segnala che nella maggior parte dei paesi del mondo, dai meno ai più sviluppati, la inflazione sul cibo si aggira attorno al 5% - non sono rari i casi in cui si arriva a percentuali a due cifre. E questo è il caso dell'Italia, Paese in cui secondo l'ISTAT i prezzi dei beni alimentari a settembre hanno registrato un aumento del 10,9% , il più alto dal lontano 1983. Le quantità esitate sono invece ovviamente in drastica contrazione, in forte aumento il ricorso al low cost (discount & C.), in netta diminuzione l'acquisto di prodotti di qualità.


Mi immaginerei dunque che con i prezzi domestici volino anche quelli alla produzione. Ma non è così. Sempre guardando al mondo: i dati della Fao (World Price Index) segnalano che i prezzi delle commodity agricole nel mondo continuano il ribasso che è cominciato dopo i picchi di prezzo che si erano toccati lo scorso marzo.

 

In pratica i prezzi (ad eccezione dei cereali, per i quali vi è stata una leggera ri crescita) sono tornati in media ai livelli del dicembre 2021. Al di là di quelle che possono essere le congiunture di mercato è da segnalare come, sempre secondo le statistiche degli enti internazionali, i prezzi alla produzione non sarebbero influenzati dai fenomeni inflattivi. Questo parrebbe in generale vero anche nel nostro Paese.

 

Purtroppo però anche l'agricoltura è sotto pressione per gli aumenti dei costi delle materie prime (fertilizzanti, ma non solo), del lavoro, oltre che del costo del denaro.

 

Domandone finale: ad oggi chi ci guadagna?