Sull'Italia è in transito la seconda perturbazione del mese e, come la precedente, anche questa verrà sospinta da un blando vortice depressionario che attraverserà l'Italia da Nord a Sud, per poi trasferirsi verso la Grecia. Un debole peggioramento interesserà quindi il territorio nazionale, ma nel corso del prossimo weekend è atteso un guasto meteo più organizzato, il quale riaprirà le porte all'inverno.
Analisi e previsione
Come ricordato la perturbazione in transito risulterà blanda e veloce, tant'è che già dalle prossime ore la ritroveremo sulle nostre regioni meridionali, segnatamente sul basso Tirreno. Si registreranno piogge sparse, ma anche qualche nevicata sui rilievi appenninici localmente a quote basse per le regioni meridionali, indicativamente tra i 900-1.200 metri. Sulle aree più esposte si potranno accumulare fino a 15 millimetri, mentre sulle restanti zone attraversate dalle nubi non si supereranno i 5 millimetri.
Nella seconda parte della settimana si avvertirà quindi un rapido miglioramento che interesserà anche il Sud, nella giornata di venerdì 13 gennaio, grazie ad una nuova temporanea rimonta dell'alta pressione. Tornerà il sole per tutti con temperature nelle fasi centrali della giornata piuttosto miti; da segnalare solo il possibile ritorno delle nebbie in Val Padana, segnatamente lungo il corso del Po e localmente sulle vallate interne del Centro.
Weekend, vortice freddo in arrivo
La temporanea presenza dell'alta pressione garantirà una momentanea fase più soleggiata che potrebbe estendersi anche per buona parte della giornata di sabato 14, quando le temperature si spingeranno nuovamente sopra la media, specie al Centro Sud. Al Nord, invece, la presenza delle nebbie e nubi basse limiterà l'ascesa termica e caratterizzerà le giornate con cieli grigi, soprattutto nel caso tenda a persistere lo strato nebbioso anche nel corso delle ore più calde.
L'anticiclone non si mostrerà però indistruttibile e non riuscirà pertanto a proteggerci come lo ha fatto in passato, difatti sarà costretto ad arretrare già da domenica 15 per l'arrivo di una depressione in discesa dal Nord Europa e sotto i colpi delle correnti instabili prenderà piede un nuovo peggioramento a partire dalle nostre regioni settentrionali.
Annuvolamenti torneranno rapidamente su gran parte del Nord, specie dal pomeriggio, con piogge su Liguria, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Friuli, in successiva estensione alle regioni tirreniche centromeridionali, soprattutto Toscana, Lazio, Campania e Sardegna.
I valori termici diminuiranno nuovamente sotto l'effetto delle più fredde correnti dai quadranti settentrionali, tornerà qualche fiocco sulle Alpi dai 700-800 metri di quota, fino a toccare i fondivalle sulle aree confinali più esposte. Sulle aree alpine centrorientali si prevedono accumuli diffusi fino tra i 40 e 70 centimetri.
Discorso diverso invece per le regioni del medio Adriatico, Sud e Sicilia, ove avremo ancora ampi spazi sereni e, grazie al sole, valori termici molto miti per il periodo.
Prossima settimana: vortice in Mediterraneo
Le correnti d'origine artico marittime scenderanno verso il cuore dell'Europa e parte di quest'aria fredda dilagherà anche sul Mediterraneo anche se in forma piuttosto marginale, almeno in una prima fase.
In pieno Oceano Atlantico noteremo una progressiva spinta verso Nord dell'anticiclone, il quale andrà ulteriormente a favorire l'affondo della saccatura artica fin sulle nostre latitudini costringendo l'anticiclone ad arretrare entro le sue consuete sedi. Tra il 17 ed il 18 di gennaio l'aria più fredda sfocerà progressivamente dalla Valle del Rodano e l'assetto barico che verrà a costituirsi favorirà l'approfondimento di un vortice depressionario secondario il quale riporterà condizioni meteorologiche più consone alla stagione invernale.
Se l'ipotesi fosse confermata, l'Italia potrebbe attendere una fase fredda e perturbata sino al 20 gennaio, con nevicate fino in collina al Centro Nord e sui rilievi anche al Sud.
L'inverno, con estremo ritardo sulla tabella di marcia, potrebbe quindi arrivare sulla Penisola grazie anche ad un primo ed importante indebolimento del vortice polare.