Una parentesi piuttosto fredda per il periodo ha movimentato radicalmente lo scorso weekend. Il quadro meteorologico nonostante un lieve miglioramento ed un sensibile aumento dei valori termici, rimarrà però orientato alla dinamicità. Difatti nel fine settimana l’Italia dovrà fronteggiare una nuova colata fredda che andrà a generare una goccia fredda mediterranea in scivolamento tra Grecia e Balcani, la quale a sua volta porterà un’ondata di maltempo sulle regioni centro-settentrionali; gli effetti potrebbero oltretutto protrarsi per almeno una decina di giorni.
Il punto della situazione
Come accennato nell’ultimo appuntamento, alcune grandi manovre a livello stratosferico in area polare hanno animato il contesto su gran parte del continente europeo, Italia compresa. Il colpo di coda invernale dei giorni scorsi ha rappresentato il culmine di questo percorso climatico, un percorso iniziato ad aprile quando si è aperta la porta atlantica verso le medie latitudini, la quale ha condizionato con diversi vortici depressionari, comunque intervallati da momenti più stabili e soleggiati, l’areale del Mediterraneo.
Poche giornate soleggiate ma con una totale assenza di figure anticicloniche durature, una situazione che ha contribuito a mantenere i valori termici entro le medie del periodo o localmente al di sotto su buona parte dell’Europa meridionale.
Anche il mese di maggio, ricalcando l’andamento assai variabile del mese precedente, ha esordito con un vero e proprio evento di rilievo che entrerà probabilmente negli annali storici. Il tutto innescato dal rapido surriscaldamento della stratosfera sul Polo Nord che ha rapidamente mandato in tilt il Vortice Polare, una manovra che ha favorito la discesa dei nuclei freddi dalle latitudini artiche fin sul cuore del Mediterraneo.
Un freddo insolito comunque bilanciato da un tepore anomalo che ha ricoperto le estreme aree del continente fino a raggiungere la Groenlandia verso ovest e la Russia dalla parte opposta verso est.
Una fase quasi invernale per le nostre aree, con valori termici al di sotto delle medie anche di 5-7 gradi per questa prima decade, tant’è che non si sono mai registrati tali valori negli ultimi 50 anni.
Analisi e previsione
Dall’analisi delle ultime elaborazioni modellistiche emerge una cospicua palude barica nel cuore del Mediterraneo, un contesto che faciliterà la discesa di una nuova colata fredda sull’Europa centrale, che percepirà l’ennesimo calo termico sensibilizzato anche dalla sostenuta ventilazione nord orientale. I valori termici torneranno nuovamente al di sotto delle medie di diversi gradi, ma non avremo comunque un freddo comparabile a quello dei giorni scorsi.
Le ripercussioni del final warming (l’ultimo stratwarming della stagione che si va a chiudere) probabilmente continuerà ad animare le giornate per un lungo periodo perseguendo con diverse fasi fresche, momenti perturbati e poche parentesi più stabili e soleggiate.
Un paese vulnerabile che verrà interessato da passaggi perturbati, come quello che raggiungerà l'Europa centro-occidentale con un profondo vortice nord-atlantico, ora in evoluzione tra Inghilterra e Francia. L’ondulazione instabile collegata a tale nucleo depressionario riuscirà a coinvolgere anche gran parte della penisola italiana mantenendo l’alta pressione lontana dal territorio.
Le infiltrazioni instabili che raggiungeranno tra venerdì e sabato il Golfo Ligure inizieranno a scavare un’area depressionaria che con il passare delle ore tenderà ad approfondirsi. La graduale evoluzione verso i settori centro-meridionali della Penisola richiamerà apporti di aria fredda dai settori balcanici, nuclei che investiranno di nuovo gran parte delle regioni con una flessione dei valori termici soprattutto al Nord.
Weekend freddo ed instabile
La neve tornerà ad imbiancare l’arco alpino, ma a quote medie e non più a quote inusuali per il periodo. I primi sintomi dell’imminente peggioramento sono già percettibili sul Mediterraneo, ove un primo blando cedimento del campo barico è in atto. Un sistema nuvoloso ha difatti interessato l’Italia ad iniziare dalle regioni settentrionali, in successivo avanzamento sulle regioni centrali per la spinta dinamica della depressione in evoluzione dal Regno Unito verso le nazioni centrali europee.
Il guasto più organizzato che attraverserà tutta la penisola nel corso del fine settimana attiverà temporali che, secondo gli ultimi aggiornamenti, si concentreranno più facilmente al Nord-Est e sulle regioni del versante adriatico. Possibili fioccate scenderanno anche sotto i 1500 metri di quota su Alpi e Appennino settentrionale, mantenendo un contesto ancora lontano dalle velleità estive.
Il raffreddamento riguarderà in gran parte il Settentrione, mentre il clima resterà più mite al Centro ed al Sud, tipicamente in linea con la primavera senza eccessi degni di nota.
Tendenza
La colata fredda dal Polo ha inflitto una ferita che non guarirà tanto facilmente. Anche le recenti elaborazioni modellistiche dei principali centri di calcolo stanno confermando scenari molto dinamici, pertanto sull'Europa orientale continueranno a fluire impulsi freddi che raggiungeranno di conseguenza il Mediterraneo, afflitto dalla lacuna barica precursore di instabilità diffusa.
La situazione non varierà particolarmente e continuerà almeno fino al giro di boa mensile. Questa la distribuzione tra le alte e le basse pressioni: l’anticiclone se ne starà ben arroccato sull'Europa occidentale pronto ad elevarsi verso nord ed i vortici depressionari verranno scaraventati verso l'Europa orientale ed il Mediterraneo.
L'Italia si ritroverebbe tra i due fuochi e per questo spesso caratterizzata da una vivace instabilità, che potrebbe contraddistinguere anche il medio e lungo termine.
Ondate di maltempo e contrasti termici elevati costituiranno gli ingredienti principali dei prossimi 10 giorni.