Lo spinacio da sfalcio, inteso come coltura adulta e come baby leaf coltivato sia sotto serra che in pieno campo, è una delle referenze di maggior interesse dell'areale Salernitano.
La coltivazione di tale referenza ha raggiunto un'elevatissima specializzazione, imponendo una sorta di stretta monocoltura.
Complessivamente, nell'arco temporale di un anno, è possibile affermare che sullo stesso appezzamento si realizzino fino a 4-5 cicli di coltivazione, intendendo per ciclo di coltivazione l'intervallo di tempo che intercorre tra una semina e la raccolta. L'intensità dei processi produttivi, tipici della IV gamma, causano il generarsi di condizioni predisponenti allo sviluppo di numerosi patogeni.
Oltre alle usuali manifestazioni fitopatologiche che si riscontravano e si riscontrano tutt'ora, come Peronospora effusa, Pythium spp., Rhizoctonia solani, Aphanomyces spp. e Fusarium oxysporum f.sp spinaciae, in maniera più o meno accentuata in funzione dell'areale, dell'annata e delle tecniche colturali, si sono manifestati nel corso degli ultimi anni patogeni che non erano stati segnalati nell'areale della Piana del Sele o che si manifestavano in maniera molto sporadica senza causare notevoli danni.
In questa nota si riassumono i rinvenimenti di maggiore interesse che sono stati effettuati tra il 2018 e il 2022.
L'evoluzione delle manifestazioni fitopatologiche, che si sono potute osservare e che continuano ad osservarsi, avvengono grazie al costante lavoro di monitoraggio che i tecnici di campo effettuano regolarmente negli appezzamenti produttivi. La continua comunicazione e collaborazione tra i tecnici si conferma di fondamentale importanza in un ambito produttivo così dinamico.
A cura di Alessandro Cafaro e Angelo Forte, dottori agronomi di Antesia, Associazione Nazionale Tecnici Specialisti in Agricoltura
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Fonte: Antesia