Da oggi le acque reflue delle cantine, acqua che deriva dal lavaggio di attrezzature e impianti di vinificazione (presse, torchi, fermentino, vasi vinari), potranno essere utilizzate per diffondere nel terreno i prodotti fitosanitari, impiegando questi liquidi 'di scarto' come solvente dei principi attivi.

In questo modo sarà possibile un forte risparmio idrico di acque 'pulite' e una riduzione dell’inquinamento ambientale, grazie a un utilizzo più efficiente e controllato dei reflui. 
A questo proposito, la Giunta Regionale del Piemonte ha approvato, su proposta degli assessori Mino Taricco e Nicola De Ruggiero, le Norme tecniche per l’utilizzazione di indirizzo agronomico delle acque reflue di cantina finalizzate alla veicolazione di prodotti fitosanitari, che fissano rigorosi criteri, in conformità alle normative di legge e al Regolamento 10R del 2007 sull’utilizzo agronomico degli effluenti zootecnici e delle acque reflue.



Alla base di tali norme per un uso innovativo delle acque reflue di cantina, vi è una ricerca, commissionata dalla Regione al Dipartimento di Economia e ingegneria agraria, forestale e ambientale dell’Università di Torino e coordinato per la durata di due anni dal professor Paolo Balsari, che ha analizzato e messo a punto le soluzioni operative più razionali.

Oggi, sulla base di questi studi, è possibile introdurre norme specifiche per una pratica che ha già suscitato notevole interesse nel mondo agricolo ed enologico della nostra regione, in particolare da parte delle piccole e medie aziende. 
L’utilizzo agronomico delle acque reflue, oltre che soggetto a comunicazione obbligatoria agli enti proposti, è dunque soggetto a una serie di norme mirate a escludere rischi igienico-sanitari, a salvaguardare i corsi d’acqua in conformità con il Piano regionale di tutela delle acque, a garantire un corretto stoccaggio e distribuzione in campo.



“Le nuove norme – afferma l’assessore Tariccoci consentono di introdurre un uso molto interessante di acque che diversamente costituirebbero un semplice residuo, che andrebbe smaltito con rischi di impatto ambientale. In questo modo, invece, riusciamo a utilizzare opportunamente queste acque per sciogliere i prodotti fitosanitari da spandere in campo, risparmiando acqua pulita e controllando l’impatto ambientale. E’ un’ottima opportunità per le numerose cantine del nostro territorio, dalle quali abbiamo già avuto riscontri positivi. 
Vorrei inoltre sottolineare come questo sia un esempio eccellente di ricerca applicata, ovvero di collaborazione tra la ricerca scientifica e le scelte della pubblica amministrazione.”