“Negli ultimi anni la produzione di energie rinnovabili provenienti da biogas ha avuto nel nostro Paese una forte diffusione, soprattutto tra le imprese agricole alla ricerca di forme diversificate di reddito. Auspichiamo che il Governo mantenga un adeguato livello di agevolazione anche per gli impianti che entreranno in esercizio dopo il 31 dicembre 2012, ed in particolare per quelli che utilizzano reflui zootecnici e sottoprodotti provenienti da attività agricole, agroalimentari e di allevamento. E' inoltre indispensabile accelerare l’emanazione delle norme per lo sviluppo e la diffusione del biometano, altra fonte rinnovabile strategica per il raggiungimento degli obiettivi comunitari in materia di piano energetico nazionale ed europeo”.

E' quanto ha dichiarato Giovanni Bettini, presidente del settore zootecnico di Fedagri-Confcooperative nel corso della giornata di approfondimento dal titolo “Energia da biogas: analisi tra costi e benefici”, promossa da Fedagri con l’obiettivo di fornire indicazioni e chiarimenti di carattere tecnico-normativo e di analizzare le opportunità di investimento per le imprese cooperative in questo nuovo comparto nel medio e lungo periodo.

La giornata, cui è seguita la riunione del comitato del settore zootecnico di Fedagri, è stata anche occasione per fare il punto sullo stato di salute della zootecnia, asse portante del made in Italy, che attualmente in tutti i suoi comparti, dal bovino al suino, dall’ovicaprino all’avicunicolo fino all’apicolo, vive una fase di crisi acuta, per via di un mercato sempre più fluttuante, con costi e oneri crescenti che limitano sempre di più i margini di reddito degli allevatori.

“Siamo convinti che il biogas - ha continuato Bettini - può costituire per le imprese zootecniche una fonte integrativa di reddito, e che come tale va incentivato e sostenuto anche in ottica di contributo allo sviluppo in Italia della produzione di energia da fonti rinnovabili e di tutela ambientale. Al contempo riteniamo però che il settore, nel complesso, abbia bisogno di vero e proprio rilancio che dovrebbe passare da politiche in grado di affrontare, in modo organico, tutte le problematiche della filiera, da realizzare attraverso una migliore politica di sostegno da parte delle istituzioni comunitarie, nazionali e regionali”.

“Tra le soluzioni che da tempo proponiamo - ha sottolineato Bettini – ci sono la realizzazione, l’attuazione ed il finanziamento di Piani di azione settoriali, oltre che la promozione delle  aggregazioni tra imprese, al fine di aumentare la massa critica di prodotto, le economie di scala e il potere contrattuale degli allevatori per stabilizzarne il reddito”.