La cerealicoltura sta affrontando una sfida impegnativa: aumentare le produzioni per sfamare una popolazione mondiale in crescita, in un contesto di cambiamenti climatici che ha reso imprevedibile l'andamento delle precipitazioni e delle temperature. A complicare il quadro c'è la necessità di rendere maggiormente sostenibili le produzioni, sia dal punto di vista degli input produttivi (semi, fertilizzanti, agrofarmaci, ...) sia per quanto riguarda la tutela del suolo e della biodiversità.
"Noi crediamo che una risposta a queste sfide possa arrivare dalla riscoperta della variabilità genetica che oggi è custodita nelle nostre università e centri di ricerca", spiega ad AgroNotizie Agata Gadaleta. "Nei prossimi tre anni intendiamo valorizzare la biodiversità cerealicola, andando a selezionare quei genotipi che offrono profili interessanti di produttività e sostenibilità in un contesto di cambiamento climatico".
Insomma, le varietà di frumento attualmente commercializzate non riescono a stare al passo con le mutate condizioni ambientali e i ricercatori, coordinati dall'Università di Bari e provenienti da sei paesi (Grecia, Spagna, Marocco, Egitto, Turchia e Libano), intendono andare alla ricerca di geni di interesse tra le varietà antiche, selvatiche e non, presenti nelle banche dati. L'obiettivo è trovare varietà che abbiano una spiccata resistenza alla siccità e produzioni stabili nel tempo. Ma si guarderà anche ad eventuali proprietà nutraceutiche che possano essere valorizzate sul mercato.
Ma Cerealmed non è solo frumento. I ricercatori infatti intendono anche ricercare nuove varietà di lenticchia e cece, due leguminose che possono giocare un ruolo importante in un'ottica di rotazione colturale, al fine di arricchire il terreno di sostanza organica e quindi permettere una riduzione dell'apporto di fertilizzanti.
E in un'ottica di economia circolare i ricercatori studieranno la possibilità di riutilizzare gli scarti colturali per la produzione di polimeri. Un'opportunità per rendere maggiormente sostenibili le produzioni e integrare il reddito degli agricoltori.
"Abbiamo previsto anche un robusto programma di disseminazione dei risultati che coinvolgerà tutti i paesi partecipanti e anche gli stakeholder della filiera. Un target specifico è rappresentato dalle ditte sementiere che potranno poi valorizzare i risultati della ricerca offrendo agli agricoltori nuove varietà di frumento, cece e lenticchia", spiega Gadaleta.