In Italia sono presenti circa 18mila aziende agricole con castagneto da frutto, con una superficie investita a castagneto da frutto pari a poco meno di 43mila ettari per una produzione annua di 50.889 tonellate. Sono inoltre presenti sul territorio 16 prodotti riconosciuti (quattro Dop e sei Igp) comprendenti 14 varietà frutticole, due mieli e due farine. Il Trentino ha una superficie coltivata a castagneti di 240 ettari per una produzione annua di 15mila quintali.
Diretto dalla ricercatrice Fem Luisa Palmieri in qualità di presidente del Comitato organizzatore, il settimo convegno nazionale sul castagno ha visto intervenire il ministero delle Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo con il messaggio video del sottosegretario Alessandra Pesce, la presenza del direttore della Direzione generale delle foreste nell'ambito del Dipartimento delle politiche europee e internazionali e dello sviluppo rurale del Mipaaft, Alessandra Stefani, e del funzionario Alberto Manzo. L'evento ha coinvolto anche la Provincia di Trento, in quanto patrocinatore, con l'intervento dell'assessore all'Agricoltura, caccia e pesca, Giulia Zanotelli. Castanea ha aperto i battenti martedì 11 giugno al Teatro comunale con una serata dedicata alle 15 associazioni italiane che hanno avuto una possibilità unica di presentare la propria attività e di confrontarsi su problematiche comuni, e l'intervento del direttore generale Fem, Sergio Menapace, dell'assessore del Comune di Pergine, Sergio Paoli e del presidente di Unione giornalisti agroalimentari (Unaga- Fnsi), Roberto Zalambani.
Più di novanta i contributi scientifici presentati in occasione del dibattito scientifico iniziato il 12 giugno e conclusosi il 14. Diverse le tematiche toccate. Dalle ricadute dell'attività castanicola sulle società e sul paesaggio rurale dove essa viene praticata, si è passati alle problematiche quali la gestione del castagneto sia mediante l'utilizzo di tecniche classiche che di tecnologie più avanzate quali la biologia molecolare e il telerilevamento, come già avvenuto in altri campi quali il melo o la vite. Si è anche discusso dell'incidenza di diverse patologie e problematiche sanitarie del castagno e delle possibili soluzioni applicabili per arginare l'incidenza della Gnomoniopsis castaneao del cinipide in questa coltura.
In occasione della prima giornata, il 13 giugno, sono state presentate le diverse attività di ricerca innovative riguardanti il campo medico e nutraceutico, nonché la tracciabilità del frutto e del legno nelle diverse fasi della filiera. La giornata si è conclusa con tematiche riguardanti diversi Programmi di sviluppo rurale dedicati alla castanicoltura in diverse regioni quali il Piemonte, l'Emilia Romagna e il Lazio, tematiche riguardanti la produzione di castagne e la gestione fiscale o la non ancora risolta definizione di castagneto da frutto e castagneto da legno.
Gli argomenti trattati sono stati le basi per la definizione delle linee guida della castanicoltura italiana per il prossimo decennio che saranno definite a livello ministeriale al tavolo di filiera del castagno del Mipaaft.
Non sono mancati momenti di divulgazione per il grande pubblico con la serata ai Parco Tre Castagni con aperitivi scientifici, mostre, vignette e degustazioni di birra d castagno.
Castanea, organizzata da Fondazione Edmund Mach e Società di ortoflorifrutticoltura italiana è stato patrocinato da: Provincia autonoma di Trento, Comune di Pergine Valsugana, Associazione nazionale Città del Castagno, ministero delle Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, Istituto Marie Curie di Pergine Valsugana, Società italiana di selvicoltura ed Ecologia Forestale, Centro di Castanicoltura regionale del Piemonte, Centro studio e Documentazione sul castagno di Marradi, Apt Valsugana Lagorai.
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Fonte: Fondazione Edmund Mach - Istituto Agrario di San Michele all'Adige