L'acquisto tramite e-commerce di trattori, escavatori e gru usati è ormai un nuovo modello di business anche in Italia. Lo rilevano i dati dell'Osservatorio 2018 di Trademachines, piattaforma globale specializzata nel listing di macchinari agricoli e industriali usati, presente in 190 paesi tra cui l'Italia.

Anche se il mercato dei macchinari è sotto la media dell'attuale digitalizzazione globale, le aste online stanno aumentando con frequenza giornaliera, con i macchinari agricoli e industriali che si stanno aggiungendo ad automobili, complementi di arredo e attrezzature sportive nella top list dei motori di ricerca. Le regioni maggiormente interessate dal fenomeno sono Piemonte, Veneto, Toscana, Lazio, Campania, Puglia e Sicilia mentre i brand più richiesti risultano essere John Deere, New Holland e Makita.
 

L'aumento delle vendite online

Un fenomeno che tra l'altro è già cominciato da qualche anno. Ritchie Brothers, leader globale nella vendita di macchinari usati, ha dichiarato infatti un incremento delle vendite online dal 36% del 2012 al 50% del 2016. Nelle top categories ricercate da chi intende acquistare un macchinario di seconda mano rientrano quelli agricoli (46% del totale), a seguire gli elevatori (20%), i macchinari per la lavorazione del legno (12%), per l'edilizia (10%) e per la lavorazione dei metalli (2%).
 

Grandi margini di crescita in Italia

"Prevediamo un forte sviluppo di questo nuovo modello di business anche in Italia", ha dichiarato Heico Koch fondatore e ceo di Trademachines, "sia per la sua forte vocazione agricola e manifatturiera, sia perché si tratta di un paese in cui l'e-commerce ha ancora un fortissimo potenziale di crescita. In Italia, infatti, la percentuale di chi sceglie questo canale di acquisto si attesta solo al 20% contro il 70% di paesi come la Svezia".

Il second hand nel canale online sembra destinato a essere una risorsa cruciale per le imprese agricole e manifatturiere italiane, contando che nel nostro paese solo la filiera agroalimentare rappresenta l'11% del Pil e quella metalmeccanica circa l'8%.