Fondata nel 1936, con la denominazione di "Consorzio Trebbiatori", Confai Mantova festeggia 80 anni dalla costituzione e annuncia un cambio di strategia a livello nazionale: raggiungere l’obiettivo del riconoscimento degli imprenditori agromeccanici nell’ambito dell’agricoltura.

"L’agricoltura è cambiata profondamente e oggi vive nuove sfide" ha sostenuto il presidente di Confai Mantova, Marco Speziali"Anche il contoterzismo è cambiato e oggi, grazie a una multifunzione che nelle nostre aziende è reale, possiamo fare i conti con una maggiore specializzazione e con una gestione sempre più ampia nei diversi processi agricoli e nell’agroalimentare".

In provincia di Mantova le circa 240 imprese di contoterzismo agricolo generano un fatturato che ha superato i 120 milioni di euro e, offrendo i propri servizi a buona parte delle 8.200 aziende agricole professionali, è arrivata a gestire una superficie di 165mila ettari.

A tali dati, Speziali aggiunge che "si tratta di un fenomeno con un trend positivo. L’operatività del comparto agromeccanico denota tassi di crescita favorevoli, segno del fondamentale apporto che i servizi in conto terzi sono in grado di offrire nell’ambito della moderna agricoltura professionale, mentre il numero delle imprese agricole è in costante diminuzione".

"La non inclusione degli imprenditori agromeccanici nel comparto agricolo è una vicenda surreale" ha affermato l’assessore all’Agricoltura della Lombardia Gianni Fava.
"In tutta Europa la tendenza è per l'utilizzo del contoterzismo così da alleggerire le imprese agricole degli oneri di meccanizzazione non più sostenibili. Ciò nonostante si sconta nei vostri confronti una chiusura che mi auguro possa terminare con la revisione di medio termine della Pac".
Gli auguri sono arrivati anche da parte dal ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina che ha sottolineato il ruolo dell'agroalimentare come uno dei principali motori del rilancio dell’economia italiana.

"Gli agromeccanici - ha scritto il ministro - hanno svolto un ruolo centrale nel nostro Paese, affiancando le aziende agricole nel rinnovamento e nella strada della qualità e della sostenibilitàSul fronte dell’inquadramento professionale ci sono alcuni ostacoli normativi di cui siamo consapevoli e sui quali è necessario un confronto parlamentare. Su questo siamo al lavoro per presentare nelle prossime settimane le linee guida che indirizzino la crescita del comparto".

"La politica non ci ascolta" ha esordito Leonardo Bolis, il numero uno della Confederazione degli agromeccanici e agricoltori Italiani.
"Non è possibile rifiutare di adottare un provvedimento che è a costo zero per le casse dello Stato e che sarebbe solamente un atto di equità nei confronti di una categoria che vive un paradosso inspiegabile".

Proprio per il motivo sopracitato, il presidente Bolis ha dichiarato che farà ricorso in tribunale.
"L’attività agromeccanica è classificata come agricola - ha spiegato Bolis -, i miei dipendenti sono classificati in agricoltura, mentre io come imprenditore sono classificato come artigiano. A questo punto, dal momento che non abbiamo avuto in dodici anni alcuna risposta, faremo ricorso in tribunale e sentiremo che cosa ci diranno nelle aule di giustizia".