La dead line di chiusura bando è il 16 settembre. Entro questo termine, le imprese dell'agro-meccanica italiana che vogliono partecipare al bando per lo sviluppo dei mezzi meccanici innovativi promosso dall'Ente in sinergia con il Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali, dovranno inviare ad Enama, a mezzo raccomandata con ricevuta di ritorno, i propri progetti.

Aperto ai costruttori che abbiano messo a punto soluzioni tecniche nelle aree relative alla gestione delle risorse idriche, alla meccanizzazione delle aree disagiate, alla sicurezza sul lavoro, al benessere animale, all'elettronica di bordo, o che progettino macchine e impianti per la produzione di energie alternative, il bando è consultabile e visionabile sul sito internet di Enama. 

Giunte alla diciassettesima edizione, le finalità delle agevolazioni Enama, sono fornire supporto economico, oggi tanto più necessario viste le criticità congiunturali del comparto, ai produttori italiani promotori di soluzioni costruttive mai immesse sul mercato ma anche valorizzare le sinergie tra industria e ricerca.
Proprio per questo, alle imprese agro-meccaniche che partecipano al bando si richiede di collaborare con almeno una istituzione pubblica della ricerca.

"In ventidue anni, grazie ai nostri programmi per l'innovazione tecnologica - spiega il direttore dell'Ente, Sandro Liberatori -, sono stati messi a punto ben 141 prototipi e in più del 90 per cento dei casi, le soluzioni proposte sono state adottate dal mercato, fissando così nuovi standard di riferimento per il settore".

Dal punto di vista geografico, il  primato delle adesioni spetta alle aziende dell'Emilia-Romagna che si sono aggiudicate il 29,7 per cento delle totale delle agevolazioni erogate, seguite da quelle della Lombardia (18,6 per cento),  Veneto (11,9 per cento), Piemonte (11 per cento), Umbria (9,3 per cento) e Sicilia (6,8 per cento), prima tra le regioni del sud Italia. 
Secondo Liberatori, la grande partecipazione conferma l'elevata propensione delle aziende ad investire in ricerca e sviluppo per guadagnare competitività sui mercati globali.
"E' proprio attraverso questi meccanismi - ha concluso Liberatori -, che si può e si deve rafforzare il made in Italy anche nel settore agromeccanico, un comparto fondamentale per il sistema paese".