Per le imprese agromeccaniche il credit crunch sta frenando gli investimenti. Dietro al pesante rosso delle vendite di macchine agricole del primo trimestre del 2012 (-24,5% per le trattrici, secondo i dati diffusi da FederUnacoma sulle cifre del ministero dei Trasporti) si celano principalmente le difficoltà di accesso al credito che riscontrano in maniera diffusa le imprese di terziarizzazione dei servizi agricoli, che rappresentano un segmento importante fra gli acquirenti di mezzi agricoli.

"La situazione è estremamente preoccupante, ancorché vi sia chi sostiene che il settore primario gode di una situazione agevolata nell'accesso al credito – afferma Leonardo Bolis, presidente di Confai -. Oggi gli spread su un mutuo chirografario corto (3 anni) oscilla tra il 4 e il 6 per cento, mentre i mutui ipotecari sono sempre più difficili da ottenere, nonostante alcuni contoterzisti e tutti gli imprenditori agricoli possano contare sul bene-terra come garanzia".

Per la Confederazione, l'atteggiamento del sistema bancario sta affossando gli investimenti e sta demoralizzando le imprese, che non si spiegano come mai gli istituti di credito abbiano sostanzialmente sospeso il credito. "Dalla Bce le banche ricevono il denaro in prestito con interessi dell'1 per cento – osserva Bolis – ma anziché sostenere le imprese preferiscono investire in Bot, con un rendimento del 5 per cento".

In una situazione generale di crisi, anche il rapporto con le imprese agricole si sta facendo sempre meno fluido. "Non si può generalizzare – conclude Bolis – ma mentre fino all'anno scorso gli imprenditori agricoli saldavano il contoterzista a fine anno, oggi alcuni colleghi sono ancora esposti per prestazioni erogate nel 2011 e non ancora pagate".

 

Il credito in agricoltura in Italia

Il settore agricolo ed agroalimentare rappresenta per il settore creditizio un universo da 75 miliardi di euro impiegati, pari al 7,5 per cento degli impieghi nazionali (dati 2011 di Fedagri-Confcooperative). Eppure, a parità di importi e durata di prestiti richiesti, un'azienda agricola deve sostenere quasi il doppio del costo del denaro rispetto alle imprese del manifatturiero. Inoltre, sempre per Confcooperative (elaborazioni su dati Banca d'Italia al 30 settembre 2011), il Taeg medio ponderato - cioè l'indicatore del costo complessivo del credito a carico dell'utente, comprendente tutti gli oneri connessi alla sua erogazione - è del 4,51 per cento nell'agricoltura, contro il 2,39 per cento nel manifatturiero.

Nella geografie dei finanziamenti erogati, a livello nazionale guida la locomotiva del Nord Est, con 25,9 miliardi di euro, seguita dal Nord Ovest (20,4 miliardi) e dal Centro (12,8 miliardi).